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fermi la lista delle avversità

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Basta voltarsi indietro per trovare iniquità abbondanti e culminate domenica scorsa nelle sviste degli arbitri Rizzoli e Mazzoleni, due «emergenti» lanciati in orbita per smentire quanti decantavano i benefici ricavati dall'avvento del designatore Mattei. Solo favole, adesso bisogna reagire alle nefandezze e agli infortuni che continuano ad accanirsi soprattutto sul club di Formello sempre più in emergenza. Ed è poco consolatorio il fatto che sul fronte opposto risultino assenti gli ex Filippini, squalificati insieme a Gustavo. La Lazio vuole affrancarsi dall'anonimato in cui è scivolata, nonostante visibili meriti sotto il profilo del gioco e della condizione psicofisica. Tutto vero, mentre con altrettanta chiarezza bisogna ammettere che il Treviso è diventato meno friabile e inconsistente dopo gli innesti di Baseggio, Borriello, Vascak e Guigou. Ciò significa che Rossi è atteso da un'altra trasferta avvelenata, dove serviranno coraggio, nerbo atletico e concretezza per agguantare la seconda vittoria in trasferta. È vero che il Treviso ha racimolato in casa appena cinque punti, ma occorre non dimenticare che è entrato nel miglior periodo della sua sciagurata stagione come sanno bene Udinese, Inter e Livorno, puntualmente salvate da decisioni scandalose. E per colmo di sfortuna gli ultimi guai di Peruzzi si aggiungono alla lista delle disdette restringendo ulteriormente le possibilità di proporre una formazione attrezzata. Arduo decifrare cosa resta di valido e imprevedibile in una Lazio così deturpata, cui l'ultraquarantenne Ballotta non garantisce assoluta tranquillità (è fuori uso e separato in casa pure Sereni), come ha constatato l'interista Stankovic in Coppa. Sicchè per evitare complicazioni sarà importante tenere il più possibile il pallone lontano dall'area presidiata dall'accoppiata Stendardo-Cribari, con Oddo e Zauri incaricati di intensificare le propulsioni esterne. Assente Di Canio, pare all'altezza della situazione giusto il suo sostituto, Pandev, finalmente riportato accanto a Rocchi per valorizzare le sue migliori prerogative. Invece è problematico colmare il vuoto che lascia Liverani, il radar insostituibile di questa squadra, vistosamente danneggiato dalla terna giudicante di sabato scorso. Ci proveranno Dabo e il nuovo arrivato Mauri, acquisto interessante e che meriterebbe di inserirsi in un contesto meno improvvisato per ambientarsi senza rischiare brutte figure. Chi avrebbe immaginato la grandinata punitiva per quello che fino a un mese fa era l'organico di maggiore fair play? Rossi snocciola il rosario delle disgrazie metabolizzate e assicura che il vento è cambiato dalla sfida di Livorno, quando la Lazio cominciò a buttare via occasioni preziose senza demeriti. Poi, Lotito rincara la dose, specificando che sarebbero dieci, a suo avviso, i punti sottratti al gruppo da valutazioni sbagliate. Forse esagera, nel tardivo desiderio di rivendicare i propri diritti nelle sedi competenti. Dove la Lazio non è ascoltata. Dove storicamente sono altre le società trattate con i guanti bianchi e capaci di trarre profitto dagli inevitabili dubbi arbitrali. Qui prevalgono i malumori senza soluzione di continuità dei contestatori della dirigenza laziale. E intanto la Roma è andata in fuga. E le recriminazioni non contano. Fra poco a Treviso Rossi vuole festeggiare i suoi primi 46 anni contro un avversario che, 17 punti più giù, arranca però non si arrende.

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