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di FABRIZIO MARCHETTI UNA MISSIONE in emergenza.

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Contro il fanalino di coda del campionato ma senza portieri, incerottata, con una lista di indisponibili che fa una squadra intera, undici totali fuori uso, considerando lo stop di Simone Inzaghi (lesione di primo grado al retto femorale della gamba destra) arrivato proprio ieri nella rifinitura. Il gruppo di Rossi vuole però centrare la seconda vittoria in trasferta della stagione, anche se a leggere i nomi di chi resterà a guardare c'è da impallidire: Peruzzi (ieri la risonanza, l'infortunio fa meno paura), Sereni, Siviglia, Liverani, Di Canio, Behrami e Cesar, senza dimenticare Manfredini, appunto Inzaghi e gli assenti cronici Firmani e Piccolo. Insomma una sfida nella sfida, se è vero che quella contro i gemelli Filippini è saltata per le decisioni del giudice sportivo. Rossi sprona il gruppo: «È un momento particolare, abbiamo tanti indisponibili, e tutti insieme non mi era mai capitato, ci mancano dei giocatori importanti ma non è il caso di piangerci addosso. È nelle situazioni particolari che vengono fuori gli uomini e questo e a tutti gli effetti un momento particolare». Lancia un incoraggiamento, prova a dare la scossa: «Sono fiducioso, è il momento di far vedere di che pasta è fatta la Lazio. Il Treviso comunque è un'insidia. In più, sarà una partita in cui avremo tutto da perdere. Loro, invece, saranno alla classica ultima spiaggia, di solito è sempre così. Sicuramente questo Treviso è una squadra che si è calata nella mentalità della categoria e soprattutto nell'ultimo periodo sta facendo bene, considerato che ha fatto soffrire formazioni importanti». La sua, di formazione, è quasi obbligata. Ballotta tra i pali, Oddo e Zauri esterni difensivi con Stendardo e Cribari al centro. A centrocampo «prima» in coppia per Dabo e Mudingayi, orfani di Liverani. Sulle fasce spazio a Keller a destra e all'esordiente Mauri (in campionato) a sinistra. In attacco Pandev e Rocchi, almeno seguendo le indicazioni emerse nel test infrasettimanale a Formello. Nelle ultime ore però è avanzata anche l'ipotesi più audace, quella con Pandev esterno a destra al posto di Keller, e la coppia offensiva Tare-Rocchi. La scelta finale sarà dettata dalle condizioni generali del gruppo e dalla disponibilità di Rocchi a giocare in posizione più defilata. L'idea è stata alimentata dalle prove di ieri a Formello, anche perché stavolta la coppia nevralgica Dabo-Mudingayi garantisce maggiore solidità e meno fantasia rispetto alla formula collaudata, quella con Liverani a dettare i tempi e a illuminare il gioco. Rossi ci pensa e scruta il futuro, nel senso di impegni ravvicinati. «Abbiamo il Treviso, la gara di Coppa con l'Inter a cui teniamo molto e poi il Milan. Cesar? Tra pochi giorni si chiuderà il mercato e avremo un quadro più chiaro il quadro della situazione». Intanto non si piega all'emergenza, Rossi. Vuole vincere per impreziosire quanto di buono, e bello, fatto vedere all'Olimpico. Magari per inseguire l'Europa. Stavolta senza fischi galeotti e decisioni cervellotiche a frapporsi tra la sua Lazio e i sogni europei.

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