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Bodiroga tiene bene per due quarti ma poi scompare. Tusek inguardabile. Ilievski passo indietro

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In questo modo una Bipop operaia ed umile ha rimandato dietro la lavagna la Lottomatica Roma, fermando un momento che sembrava poterla proiettare sempre più verso l'alto. 72-67 per Reggio Emilia, trascinata da eroi di una sera quali Carra, devastante con le sue triple, Infante, un passato nelle serie minori prima di toccare il cielo con un dito e Giorgio Boscagin, migliore di tutti, assieme a Blizzard, in una partita in cui di bel basket se n'è visto poco, con Roma che ha pagato una rilassatezza senza spiegazioni, errori pesanti ai liberi, nel conto finale dei suoi uomini di punta, Bodiroga ed Hawkins, il passaggio a vuoto di Ekezie e una prova dei suoi registi da brividi. La Bipop alla fine l'infermeria l'ha svuotata, Roma invece, nel suo nuovo turnover ha lasciato in borghese Helliwell, rispedendo nei dodici Van den Spiegel. Le squadre di Frates, si sa, sono compatte, lasciano ben poco spazio all'apparenza per dedicarsi alla sostanza. Così, puntando su una difesa durissima, fatta di contatti, anticipi forti, linee di passaggio sporcate la formazione di casa ha provato a fare la propria partita. La Virtus in partenza è sembrata un pò arrugginita quasi che la desuetudine a giocare una sola partita in sette giorni più che metter carburante in serbatoi avesse rallentato la crescita mostrata nelle ultime settimane. Tripla di Tusek per aprire le ostilità ma la Bipop non ha vacillato ed anzi ha preso il comando grazie a Blizzard e Boscagin (5-3). Ma se in attacco Roma non è entrata subito in ritmo dietro, in difesa, si sono viste cose già ammirate a Le Mans e Milano. Però Blizzard ha trovato punti in maniera avventurosa e così Reggi Emilia è andata al +4 (14-10). Pesic ha cominciato a chieder supporto dalla panchina e l'innesto di Tonolli e Sconochini ha dato ancora più forza alle geometrie di rottura della Lottomatica. Che raccogliendo punti da giocate strappa-applausi di Bodiroga e con il contributo di Ilievski ha chiuso al 10' 17-18. L'innesto di Giachetti per far rifiatare il regista macedone ha prodotto, come troppo spesso accaduto ultimamente, maggiore confusione. Nuovo vantaggio casalingo, 19-18, e partita a braccetto fino al 27-27, con Gigli sugli scudi, prima del miniallungo tutto griffato dai pretoriani di Pesic, Bodiroga ed Ilievski, che hanno dato il massimo vantaggio, 27-35, ridotto ad un +6 (30-36) sulla sirena del 20'. L'inizio della terza frazione ha portato Roma addirittura sul +11, 30-41. Ma la partita della Virtus s'è fermata qui. Ilievski e Giachetti non sono stati capaci di leggere i ritmi della partita e la serata di vena offensiva di Bodiroga s'è fermata negli spogliatoi. Carra ed Infante hanno dato punti e fiducia alla squadra di casa e Boscagin insaccato canestri pesanti. La zona della Bipop ha creato ancora più problemi a Roma che però in un impeto d'orgoglio dal 60-55 ha trovato uno 0-5 da Hawkins e Tusek che ha ridato la parità. Ma Reggio s'è affidata di nuovo a Carra e Boscagin per l'allungo decisivo che le ha regalato una meritatissima vittoria. Martedì la Virtus torna in campo per l'andata degli ottavi di Uleb contro il Kazan. E dovrà farlo con un atteggiamento diverso se vuole avere possibilità di andare avanti in Europa.

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