«Ora tutti remano nella stessa direzione Il quarto posto? Possiamo fare di più»
Quando si parla di Damiano Tommasi non si può non fare riferimento alle cifre del suo contratto, che poco ha a che vedere con il mondo del calcio. Si è ripreso una maglia da titolare alla sua maniera, con l'impegno e la tenace costanza di chi non si arrende. Ha scelto di scommettere su se stesso per tornare ad essere un giocatore. E finora la sta vincendo alla grande. «A uno come Damiano non si rinuncia facilmente». Spalletti lo ha considerato insostituibile già dalle prime partite e a Udine, domenica scorsa, gli ha riconsegnato dopo tanto tempo la fascia da capitano. Quella che sempre al «Friuli», l'anno dello scudetto, onorò con un gol pesantissimo. Molti indicano proprio nel suo innesto in pianta stabile in squadra una delle cause principali della rinascita romanista. Il centrocampista ritrovato dà la sua spiegazione. «Il nostro rilancio è dovuto a molti fattori, a cominciare dal tempo passato ad allenarsi insieme. L'intesa in campo e fuori è cresciuta e la serenità aiuta: vederci nel tempo libero, stare insieme a cena, è stata solo la conseguenza di ciò che si vive nello spogliatoio. Quest'anno tutti, anche i giocatori chiave, hanno il futuro ben definito e si può programmare senza ansie. C'è un obiettivo comune, quello di remare tutti nella stessa direzione». Dopo cinque vittorie consecutive si deve però rimanere con i piedi per terra. «Il rischio è quello di pensare di aver risolto tutti i problemi. Invece la classifica dice che abbiamo ancora tanti punti da recuperare. Dobbiamo stare attenti a restare concentrati e non festeggiare, i punti a disposizione sono tanti e dobbiamo essere consapevoli che se abbiamo fatto una striscia positiva vuol dire che in passato non abbiamo fatto altrettanto. Siamo sempre la stessa squadra, ora c'è da recuperare il terreno perduto in precedenza. Pensiamo ad arrivare allo scontro diretto e vedremo cosa succederà. Abbiamo la possibilità di giocarci il quarto posto con la Fiorentina. Poi chissà...». Tommasi non è al massimo, ma il suo moto perpetuo è una garanzia per il centrocampo. «Mi sento bene, ero un po' titubante sulla mia ripresa e invece sta andando tutto per il meglio. C'era il rischio che potesse anche non bastare l'intervento chirurgico per tornare in campo. Poi, quando i dottori mi hanno assicurato che si poteva ricominciare, ho proseguito le cure prendendomi tutto il tempo necessario perchè sapevo di poter giocare ancora a lungo». Il suo contratto scadrà tra cinque mesi. «Io penso a giocare, al contratto penserò a fine anno come ho sempre fatto perché è mia abitudine discutere i contratti sempre a fine stagione. E non vorrei cambiare l'abitudine». Luciano Spalletti è un'altra chiave importante della ripresa della squadra? «Con lui siamo stati in grado di lavorare con continuità dall'inizio, l'anno scorso non è stato così. Il gruppo è rinato grazie a quello che si vive nello spogliatoio, la voglia che si dimostra negli allenamenti quotidiani». Decisivo il modulo tattico con cinque centrocampisti. «La trasformazione di ruoli è nata dall'esigenza, per sopperire alla mancanza degli infortunati. I tre che giocano dietro l'attaccante hanno corsa e sanno inserirsi con i tempi giusti». Si rincorrono paragoni tra l'allenatore di Certaldo e Zeman, un tecnico che Tommasi conosce bene. «So che lo apprezza, forse da lui ha carpito qualcosa, ma Spalletti ha una sua identità. Io sono di parte nel parlare del boemo, a me ha dato tanto». Scalando posizioni in classifica la Roma è arrivata a sette punti dal quarto posto. «Se continueremo così possiamo raggiungere la Fiorentina. Dobbiamo porci un obiettivo alla volta. Poi se raggiungeremo la zona Champions League credo che abbiamo le qualità per guardare anche più in alto, lo dice l'aritmetica, i punti a disposizione sono tanti. Siamo una squadra competitiva, soprattutto se recupereremo anche gli infortunati e i giocatori che sono impegnati in coppa d'Africa». Intanto domani in coppa Italia c'è la Juventus di Emerson e Capello. «Non c'è bisogno di motivazio