UNO STUDIO FATTO IN GERMANIA
Secondo una ricerca condotta in Gran Bretagna è emerso che la conformazione del cervello femminile è più adatta a stabilire se un giocatore è o meno in fuorigioco. Alla base di questa tesi, l'assunto che gli uomini sono troppo coinvolti emotivamente da una partita di calcio, mentre la controparte femminile adotta un approccio più logico, che consente una migliore comprensione del gioco. Malgrado non abbia partecipato all'esperimento, l'arbitro donna italiano Anna De Toni sta facendo tutto il possibile per dimostrare la veridicità di questa teoria. Capelli lunghi scuri, figura delicata e femminile, sarebbe difficile concepire un'immagine più diversa da quella di Pierluigi Collina, l'arbitro più famoso di sempre, ora però a riposo perchè dimissionario. Ma De Toni, ginecologa quando non ha il fischietto in bocca, ha vissuto un'ascesa altrettanto vertiginosa nel mondo arbitrale, diventando di recente il primo arbitro donna a dirigere una partita di un campionato italiano professionistico maschile. Il suo sogno è semplice: diventare la prima donna ad arbitrare una partita di Champions League. «Sarebbe un sogno poter arbitrare un giorno una partita di Champions League — ha dichiarato a Uefa.com — quando ho iniziato ad arbitrare, diventare un arbitro Fifa andava al di là di ogni immaginazione. Ma è successo. Poi l'Uefa mi ha invitata a partecipare al suo programma per talenti, e mi sono ritrovata in fretta ad arbitrare nel calcio professionistico. È stato come un sogno». Appena 29enne, De Toni ha tutte le carte in regola per realizzare il proprio sogno, partendo con cinque anni di vantaggio su Collina, il quale aveva 34 anni quando ha iniziato la sua carriera internazionale. Il suo viaggio nel mondo arbitrale è iniziato a 15 anni, e dopo aver superato le iniziali difficoltà di una cultura maschilista che permeava ogni angolo del calcio italiano, è riuscita a farsi strada fino alla Serie C. De Toni e altri direttori di gara donne, compreso Cristina Cini — attualmente guardalinee in Serie A — hanno avuto la possibilità di farsi strada.