FAIR PLAY
Ci sarà peraltro una circostanza che impedirà una valutazione precisa ed obbiettiva. Riguarda le Olimpiadi invernali che tornano in Italia cinquant'anni dopo quelle di Cortina (1956), che ho vissuto da vicino lavorando all'ufficio stampa. Saranno un esame importante per il nostro sport (Rocca ci sta facendo sognare, forse troppo) ma soprattutto per la nostra organizzazione che ha dovuto lavorare tra mille difficoltà di diverso genere. L'impressione è che non tutte le nostre forze siano state concentrate nella stessa direzione, del resto basta vedere quello che sta succedendo per una candidatura come quella per i Giochi del 2016 che, indipendentemente dalla scelta (Milano o Roma) ha oggettivamente poche probabilità di successo. In ogni caso le Olimpiadi di Torino, che arrivano in quello che avrebbe dovuto essere il momento più interessante del nostro campionato, ci faranno dimenticare gli errori commessi e l'opera di metodica distruzione che da qualche anno viene commessa nei confronti del calcio. Pare che anche Franco Carraro abbia capito che il problema di una più equa distribuzione dei diritti televisivi sia molto importante ma mi chiedo dove fosse il presidente della Federcalcio quando nel 1999 il governo D'Alema ha fatto passare una legge che non giova certamente all'equilibrio e di conseguenza alla qualità del nostro campionato. La nostra stampa specializzata, parlo dei quotidiani sportivi e delle pagine sportive degli altri quotidiani, si è ormai standardizzata su una percentuale del 60 per cento di spazio dedicato al calcio e di un 40 per cento lasciato alle altre discipline, sommariamente definite «varie». Non è certo un caso che due dei nostri tre quotidiani sportivi abbiano un direttore specializzato nel calcio e che la maggior parte dei titoli delle prime pagine siano orientate verso improbabili movimenti di mercato calcistico. A mio modesto parere si tratta di una formula diseducativa ma pare che funzioni se dopo essere stata introdotta qualche anno fa da Tuttosport è stata poi recepita anche dagli altri quotidiani. Vengono confezionati per accontentare i lettori per cui è molto più importante segnalare che la Juventus (o il Milan, l'Inter o la Roma, in funzione dell'area di diffusione) sta per acquistare un grande campione straniero che occuparsi della necessaria ristrutturazione del nostro campionato. Fino a quando sarà mantenuta la disastrosa formula delle 20 squadre? Ci sono reali possibilità di introdurre i playoff, che sarebbero la polizza di assicurazione nei confronti della prematura morte di un campionato? Avrà successo il tentativo di Della Valle e dei suoi alleati per una modifica dei diritti TV oppure i piccoli presidenti si accontenteranno di qualche piccolo ritocco all'attuale situazione? Scrivo dall'Australia ma temo di trovare, al mio ritorno, la stessa situazione, gli stessi titoli e la stessa disastrata serie A.