Nel caso il numero dieci giallorosso fosse lasciato a riposo, dentro Mancini come unico attaccanteOkaka in panchina
In valigia tanti problemi, ma anche la voglia di non fermarsi, proprio ora che il quarto posto non è più un miraggio. Ma il ritorno in Friuli per la prima volta da avversario, Luciano Spalletti dovrà prepararlo in assoluta emergenza di formazione. Tra responsi di infermeria e giudice sportivo, l'allenatore romanista sfiderà il suo passato con una squadra a metà. Per la partita di domani saranno quattro gli assenti sicuri. Oltre agli infortunati di lungo corso Montella e Nonda, saranno indisponibili Panucci (squalificato) e Perrotta, bloccato ancora dal piccolo stiramento ai muscoli flessori della coscia destra. Ma ad agitare le acque della vigilia giallorossa sono le condizioni di Francesco Totti. La sua caviglia sinistra (toccata dura da un intervento di Lanzaro nel primo tempo di Roma-Reggina) non vuol saperne di sgonfiarsi. Il versamento, l'ematoma che si è formato giovedì non consente al numero dieci di poggiare il piede senza avvertire dolore. A poco è servito lasciarlo a riposo negli ultimi due allenamenti: ieri il capitano si è sottoposto alla fisioterapia per recuperare, ma il verdetto decisivo ci sarà soltanto questa mattina. Nel provino determinante si cercherà di capire se con il tutore che tuttora fascia la caviglia, Totti potrà stringere i denti e giocare senza rischiare una ricaduta che potrebbe costringerlo a uno stop ben più prolungato. Con la coppa Italia e la Juve alle porte, una fitta serie di impegni ravvicinati da qui ai prossimi quaranta giorni, si cercherà di chiedere a Totti gli straordinari, ma non l'impossibile. Se dovesse arrendersi, Spalletti rischia di dover fare a meno di tutto l'attacco. L'undici anti-Udinese sarebbe in pratica obbligato, con Doni tra i pali, Bovo, Mexes, Chivu e Cufrè in difesa, De Rossi e Dacourt mediani e Taddei e Tommasi confermati sulle fasce laterali. A giostrare in posizione da rifinitore sarebbe in quel caso Aquilani, proprio a ridosso dell'unico terminale offensivo Mancini. Il brasiliano tornerebbe così nel ruolo di prima punta, nel quale talvolta lo aveva impiegato Fabio Capello nel suo primo anno di Roma, appena arrivato dalla sfortunata esperienza nel Venezia di Bellotto. L'unica alternativa resta dal primo minuto l'inserimento di Stefano Okaka, che però il tecnico preferisce non rischiare dall'inizio. A proposito dell'attacco, quasi completamente falcidiato dagli infortuni, per il reparto del futuro continuano a filtrare segnali che vogliono la Roma alla ricerca di un centravanti di peso. Dopo i nomi sempre d'attualità di Iaquinta (il preferito da Spalletti) e Vucinic, non meno accreditata è la pista che porta al trentaduenne argentino Julio Ricardo Cruz. Lo ha lasciato intendere anche ieri a Radio Centro Suono Sport Gustavo Ghezzi, il procuratore italiano del «Jardinero», che ha aperto le porte al club di Trigoria. «La nostra prima scelta resta l'Inter. Il contratto scade tra cinque mesi, e dopo il 31 gennaio incontreremo ancora la società di Moratti e a partire da quel momento potremo eventualmente parlare con altre squadre. Le probabilità che Julio possa restare in nerazzurro sono attualmente del cinquanta per cento: abbiamo avuto finora un paio di incontri, ma non si è firmato nulla. Chiediamo due anni di contratto con un'opzione per il terzo, a cifre vicine a quelle che percepisce ora. La Roma è tra le prime società in Italia e a noi potrebbe interessare questa soluzione, anche perchè il giocatore non lascerebbe l'Italia e questo è un aspetto molto importante».