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L'OSSERVATORIO

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Una partita controllata con grande agio, un bel confronto il vantaggio quasi immediato propiziato da Tommasi per Totti, poi il solito gigante, non soltanto per i gol, ma per quelle giocate sontuose che fanno parte del suo repertorio, assolutamente esclusivo. Nella serata dell'Olimpico, preò, anche una tegola poco gradevole, il guaio muscolare che ha costretto all'abbandono Simone Perrotta, uno degli uomini chiave della rinascita romanista. Ma intanto arrivano tre punti importanti, limato il distacco dalla Fiorentina, tuttora salda al quarto però non più crisi tranquilla una volta che il vantaggio da amministrare si assottiglia, mentre aumenta il gap rispetto ai primi della classe. Tra i quali continua la Juventus una marcia imperiosa, sia pure rallentata dalla grande prova di un Chievo che si esalta anche di fronte a rivali di grande quotazione. Le risicate vittorie di Inter e Milan servono a limare un distacco che rimane proibitivo: non tanto per l'entità del vantaggio bianconero quanto per il diverso spessore della prestazione juventina rispetto a quelle dei rivali. Di fronte all'avversario più difficile, nella giornata, i bianconeri hanno offerto una nuova dimostrazione di talento e di qualità: e per la diciannovesima volta in venti partite riescono a mantenere la loro porta inviolata nel corso del secondo tempo. Il solito Totti, ma sullo 0-4, era riuscito a segnare alla capolista dopo l'intervallo. Non sembra, insomma, che la situazione in vetta abbia offerto variazioni degne di nota. Per il resto, già detto del passo falso della Fiorentina, ancora una pregevole Lazio a Messina, che avrebbe meritato qualcosa di più di un pari pur apprezzabile, e punti preziosi per il Cagliari una gioia, troppo attesa, infine, per Luigi Del Neri, la grande rimonta del Palermo che il Parma aveva spaventato. Qualche spunto divertente, da questa prima di ritorno, a cominciare dal siparietto del prepartita tra Adrianio Galliani e Luciano Moggi, roba da fare impallidire il gatto e la volpe. Ringraziamenti bianconeri per il prestito di Abbiati, sperticati elogi alla Juve del presidente rossonero con un assioma: noi e l'Inter abbiamo fatto tutto il nostro dovere, la Juve è stata straordinaria. Qualcosa di non proprio ordinario anche da parte dell'inter, scesa in campo a Treviso con undici sudamericani, sedici in tutto con i cinque dei rivali, forse troppo freddolosi gli italiani. A metà settimana, tempo di turnover, primato per il Milan che ha lasciato fuori Sheva, Kaka, Gattuso, perfino il fantasma Jankulosky.

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