Pandev esterno, problemi per Rocchi. Si candida Tare
Stranezze di mercato che incidono anche sulla stretta attualità biancoceleste. Che si chiama Messina, prima di ritorno, un nuovo capitolo da aprire. Continua l'emergenza e il tecnico fa la conta. È ancora senza esterni titolari e pensa esclusivamente alla sfida di stasera (Sky calcio 5, ore 20.30) per evitare di cadere nel tranello teso da Mutti. Diffida dei siciliani e rimanda il primo mini-consuntivo di stagione. «Nel calcio non esiste un gran premio della montagna, faremo i conti alla fine. Tocca però alla società e agli altri farli, io vivo molto il presente quindi penso solo all'impegno col Messina». Chiaro e diretto, anche se stasera Rossi dovrà starsene in tribuna, per colpa di quell'espulsione rimediata a Parma che non gli dà pace. «La squalifica l'ho trovata fuori luogo, c'è stata un'errata interpretazione da parte dell'arbitro perché non ho offeso nessuno. Mi dispiace perché ho troppo rispetto nei confronti dell'arbitro. Anche se guardiamo la mia fedina penale bisognava mettersi una mano sulla coscienza. È come se avessi avuto due giornate di squalifica perché domenica praticamente la partita non l'ho vista». Della sfida di Parma conserva anche il ricordo del gol emiliano macchiato dalle proteste per un fuorigioco galeotto di Corradi. «Nella regola del fuorigioco ancora non ci sono certezze. La discrezionalità non deve esistere, per me o lo aboliamo o è sempre fuorigioco quando uno sta al di là dei difensori. Fermo restando che è colpa nostra perché ci siamo fermati e non dovevamo farlo. A rigore di regolamento neanche l'arbitro ha sbagliato, il problema è che la regola non è chiara». Si aspetta una Lazio garibaldina, fotocopia di quella ammirata proprio al Tardini. Magari più cinica e risoluta sotto rete. «Questi giocatori mi stanno dando affidabilità. Mi aspetto un Messina col coltello tra i denti, tutte le loro salvezze sono passate dai risultati che hanno fatto in casa». Il tecnico ha un dubbio: potrebbe lanciare Tare in attacco. Anche perché c'è Rocchi che non è al top. Il bomber accusa un problema ai flessori, solo stamattina si scioglieranno le riserve sulla sua presenza in campo. E pensare che Rossi aveva anche immaginato un attacco pesante Rocchi-Tare (nonostante l'idiosincrasia dell'ex empolese per un partner con le caratteristiche da prima punta), con un turno di riposo da concedere a Di Canio. Anche se poi ha prontamente smentito la tesi che reputa eccessive tre partite in una settimana per l'idolo della Nord. Questa la difesa di Rossi: «Adesso Di Canio non facciamolo passare per l'ultimo Altafini, che va gestito col contagocce. Se Paolo sta bene gioca, se vedo durante la partita che c'è un calo di rendimento o se c'è una situazione tattica particolare valuterò». Per il resto fiducia in toto all'undici visto all'opera domenica al Tardini: Dabo ancora in mezzo a far coppia con il «faro» Liverani, Pandev e Manfredini si alterneranno sulle fasce (la disposizione finale sarà stabilit stamattina, ieri provato anche l'ivoriano a destra), difesa imperniata sullo scioglilingua consueto Oddo-Siviglia-Cribari-Zauri. Con un obiettivo: iniziare il girone di ritorno capovolgendo il trend di quello d'andata. Con una vittoria in trasferta, dopo i sette, miseri punti raccolti nelle prime diciannove giornate lontano dall'Olimpico. La Lazio ci crede.