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La Fiorentina di Toni sfida la Sampdoria Livorno a Lecce Parma col Palermo

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Ha ragione Galliani o Zamparini? Oggi il ministro Landolfi cercherà di tastare il polso alle parti, sperando che non debba far uso di farmaci da febbre alta. La sua è davvero una missione impossibile. Intanto i commissari dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni hanno sollecitato l'apertura di un'indagine conoscitiva per garantire il pluralismo e tutelare gli utenti. Ma le schegge impazzite di un pallone frantumato hanno colpito perfino la Rai, diffidata dalla Juventus a trasmettere immagini bianconere nel periodo 1993-2006, mentre dal 2007 la Vecchia Signora farà scendere in campo le proprie telecamere. Siamo spettatori di un teatrino di marionette. A questo punto manca solo Guariniello con una nuova inchiesta (mai dire mai...) per chiudere il sipario. I venti della rivoluzione soffiano da tempo. Robespierre Zamparini è sempre a caccia di teste da tagliare. In odor di ghigliottina ci sono finiti Galliani e Del Neri. Per il tecnico dei siciliani è stata già fissata l'esecuzione (quante analogie con Guidolin), ma per quanto riguarda Galliani anche un giacobino come Zamparini si trova davanti a un'impresa insormontabile. Il presidente della Lega Calcio non si presenterà al vertice odierno convocato dal ministro delle comunicazioni. Ufficialmente perché il calcio è rappresentato da Carraro, ma in sostanza il motivo sarebbe un altro: il fatto di non riconoscere Landolfi come referente, quando c'è un ministro come Buttiglione che è in possesso della delega allo sport. Di sicuro all'incontro troveremo le televisioni preparatissime sulla questione, e soprattutto congiunte per centrare l'obiettivo. Per contro il calcio si presenta all'appuntamento più spaccato che mai. Da lotte fratricide e dalla politica dei sospetti e delle congiure. Le piccole società non si accontentano più delle «briciole». Il 18 per cento che ricevono dagli incassi degli stadi, ormai vuoti, si è svalutato peggio della lira dinanzi all'euro. E ora per salvarsi dalla bancarotta non restano che i diritti tv. Una torta da spartire tra tutti gli invitati al banchetto. Anche qui l'attuale 18 per cento che la squadra ospite riceve per la telecronaca criptata della partita non soddisfa più il cassiere. Una percentuale che si vuole far lievitare (ben oltre il 20 per cento). Accorgimenti che troviamo solo nel nostro Paese. In Inghilterra per esempio certe "tasse" non esistono. Come non esiste l'assistenza mutualistica (ben cospicua) per la serie B. Esiste invece una Premier League che sa ripartire gli introiti. In Italia invece si parla tanto di diritti collettivi che dovrebbero sostituire i soggettivi, come prima del 1999, ma in realtà la vendita dei diritti tv è stata sempre soggettiva, anche prima della legge D'Alema, invocata dall'Antitrust. Ogni società delegava la Lega per la vendita dei propri diritti, secondo ambizioni e strategie. La verità è che questa guerra tra Zamparini e Galliani va ben oltre la questione dei diritti tv. Zamparini senza Galliani in Lega non ha nessun potere, nonostante il prestigioso incarico che ricopre. Per ogni cosa serve la firma congiunta di Galliani. La Lega è ormai un elefante che si muove poco e male all'interno di una cristalleria. Pensate che non ha ancora ripartito nemmeno i diritti per le partite in chiaro. Pensate cosa potrebbe accadere coi diritti collettivi. Inoltre le 15 società «affiliate» a Della Valle-Zamparini potrebbero decidere di vendere al migliore offerente tutte le loro partite. Sì, è vero che tra loro non ci sono le cinque più blasonate, tuttavia anche Juve, Milan, Inter, Roma e Lazio giocano in trasferta e quindi le partite del pacchetto "peones" potrebbero risultare appetibili quanto quelle pagate a peso d'oro. E in totale le gare sarebbero ben di più delle altre. La vendita soggettiva serve anche a evitare questo.

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