«Dieci punti dalla Fiorentina sono tanti ma si può recuperare soprattutto se giochiamo così»
La Roma è tornata e lo ha fatto nel modo migliore, dimostrando di essere ancora viva e di avere le carte in regola per puntare a quello che a inizio stagione era l'obiettivo giallorosso: il quarto posto che vale la Champions del prossimo anno. La Roma ci crede, parola di capitan Totti che ha preso la parola subito dopo li successo del Milan, così ieri per De Rossi è stato gioco facile rafforzare i concetti del suo leader. «Al quarto posto ci abbiamo sempre pensato — attacca il centrocampista giallorosso — e ora ne siamo convinti, non tanto per la vittoria contro il Milan ma per il gioco mostrato, per la squadra e il morale. Dieci punti dalla Fiorentina non sono pochi, sappiamo che sarà dura, ma non penso impossibile se giocheremo come ieri sera». Pochi dubbi su quale sia l'alchimia che ha sbloccato la Roma riportando improvvisamente gioco e risultati. «È il frutto di un lavoro che ha cominciato a pagare un po' troppo tardi. Prima o poi il cambiamento doveva venire fuori. Da poco sono arrivati i risultati ma meglio tardi che mai». Anche sul merito poche incertezze: tutta o quasi farina del sacco Spalletti. È lui il grande artefice della svolta giallorossa. «È da poco che sta qui — dice De Rossi del suo tecnico — ma tutti sono innamorati di lui, anche se non abbiamo una classifica eclatante. Ha già fatto vedere qualcosa che in passato non s'era vista e secondo me il progetto giallorosso andrà avanti con Spalletti. Non vedo altri allenatori in grado di proseguire bene come sta facendo lui». Tra i meriti di Spalletti anche quello di rigenerare un talento «svanito» come Mancini. Il brasiliano ha ripagato la fiducia del tecnico dimostrando di poter dare il suo contributo alla causa giallorossa e realizzando il gol della vittoria contro il Milan all'Olimpico. «Mi sono messo nei suoi panni e mi è venuto quasi da piangere quando ha segnato: il destino ha voluto che segnasse. È un ragazzo che quest'anno ha sofferto molto e per motivi non calcistici. Per noi era ed è un giocatore importantissimo». E discolpa il brasiliano dall'aver glissato le cene di fine anno con i compagni. «Le scene di entusiasmo viste al gol di Mancini, le avreste viste anche in un altro periodo, a prescindere dalle cene. Qualcosa è cambiato e migliorato, ora c'è un'aria più respirabile, si sta bene e anche queste tre vittorie ti portano a volerti bene con i compagni. È la rivincita di una squadra che lo scorso anno ha vissuto un anno disastroso: a tutti i livelli, giocatori, tecnici e società». Non nasconde però timori per una rosa sempre più ristretta e auspica un ritorno sul mercato per migliorare. «Se gli prende un raffreddore a Totti, con Nonda e Montella in questo momento infortunati, è un problema: anche se c'è Okaka che è un bravissimo giocatore, ma molto giovane. Siamo pochi, non tantissimi, una squadra competitiva avrà bisogno di innesti, sicuramente non poter fare campagna acquisti è stato un danno per la Roma».». Tra i ritrovati di questo nuovo ciclo c'è sicuramente Perrotta un giocatore che nella scorsa stagione era finito più volte sul banco degli imputati: e non solo per quello fatto vedere sul campo. «Ho sempre pensato molto bene di Simone. Quest'anno sento parecchie persone parlare bene di lui, io lo pensavo così già l'anno scorso. E penso lo stesso anche di Ferrari. La maglia? Non è giusto dire che finalmente la squadra ci è attaccata, perché ho sempre visto giocatori attaccati ai risultati e alla vittoria. Non stiamo facendo male e non lo dico ora perchè abbiamo vinto col Milan». Già, il successo con i rossoneri, che ha spaccato a metà la stagione giallorossa. «Non è stata una "vittoria del cuore", ma meritata, gustosa perché abbiamo giocato proprio bene». ma non solo campionato, perché la Roma ha aperti anche altri due fronti: ci sono le Coppe. «La Coppa Uefa — dice il centrocampista — è importante, potremmo t