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Pandev laterale, Dabo favorito su Mudingayi

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Siviglia, ex al «veleno». Rossi: spero nel gruppo

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Sfide scintillanti e affari conditi da plusvalenze da capogiro. Era l'epoca di Tanzi e Cragnotti, degli imperi, implosi, Parmalat e Cirio, capaci di decretare il tramonto dei due presidenti più titolati nella storia di Parma e Lazio. Che della sfida della Via Lattea conserva solo un vago amarcord. Da quei tempi sembra passata un'eternità, basta guardare classifiche diverse e ambizioni rimodellate su un budget morigerato e in linea con un processo di risanamento che non consente più voli pindarici. Se la passo peggio il Parma, che oggi insegue tre punti vitali, chiamati a dar linfa vitale a una situazione beffarda ma critica. Dall'altra parte c'è la Lazio di Rocchi-Di Canio, quella senza esterni titolari che dà la caccia al secondo successo esterno del campionato. Behrami e Cesar ancora fuori uso e chissà per quanto, Keller ai box, rimane solo Manfredini. Che oscilla tra la destra e la sinistra, con Pandev suo alter ego. Stavolta Rossi medita di partire con il macedone subito a destra e l'ivoriano a sinistra, cioè con la formula che domenica scorsa ha tramortito l'Ascoli. L'unico dubbio del tecnico è semmai rappresentato dal ballottaggio Dabo-Mudingayi, con il francese che conserva una spanna di vantaggio sul congolese. Alcune riflessioni dello staff tecnico vedono nell'ex torinista anche una potenziale opzione per il ruolo d'esterno, almeno in corso d'opera, nel caso in cui dovesse esserci qualche defezione. L'ex Siviglia, che se la vedrà da vicino con l'altro ex Corradi, ha recuperato dal problema muscolare accusato giovedì a Padova in Coppa Italia e non lesina critiche al suo vecchio club. «Non ci siamo lasciati per niente bene, il Parma è l'unico neo della mia carriera. Devo ammettere che purtroppo ho fatto una scelta di cui mi sono pentito. La società, che allora era gestita da Arrigo Sacchi, ha tenuto una gestione da sciacalli, ha badato soltanto a sistemare i conti invece che valorizzare un giocatore. Mi hanno gettato allo sbaraglio, ma per fortuna con il Parma ho finito». Il problema di Rossi è invece il campo, vuole battere anche l'emergenza. «In questo momento siamo contati, faccio affidamento su questo gruppo che finora mi ha dato buoni risultati. È difficile però giocare ogni tre giorni senza potere dare respiro a nessuno. I ragazzi finora mi hanno sempre offerto delle risposte importanti ma alla fine sarà il campo a dare l'ultimo responso». Rossi non si fida del Parma. «Sinceramente, leggendo la classifica, per me è una sorpresa trovare il Parma in quella posizione. Può contare su buoni giocatori e quindi dovremo fare grande attenzione per evitare di tornare a Roma a mani vuote. Per noi è una tappa decisiva per questo scorcio di campionato, per questo dobbiamo arrivarci consapevoli dell'importanza della sfida». L'obiettivo è mettere punti in cassaforte per migliorare quel trend che parla di soli sei punti conquistati lontano dall'Olimpico. Per sognare l'Europa bisogna cambiare musica.

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