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di DARIO BERSANI ALEXANDER Marangao Donieber, al secolo calcistico Doni.

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Il portiere brasiliano ha conquistato la fiducia di compagni e allenatore, a dispetto di un rendimento che ancora non ha convinto appieno critica e tifoseria. Come procede la sua avventura romana? «Sto bene, io quando gioco sono sempre felice». E la squadra? «Ci stiamo allenando nel modo migliore, lentamente sta arrivando anche la continuità, grazie ai risultati che ci hanno consentito di recuperare un po' di serenità». Domani all'Olimpico arriva il Milan. Panucci ha parlato di possibile svolta nella stagione giallorossa. «Sono una squadra fortissima, conosciuta in tutto il mondo per la qualità dei suoi campioni. Per noi sarà l'occasione importante per misurarci contro avversari importanti». Chi toglierebbe all'attacco del Diavolo? «È impossibile sceglierne uno solo: sono tutti giocatori straordinari, da Shevchenko a Gilardino, per non citare Kakà e Inzaghi. Da poco è arrivato anche Marcio Amoroso, uno che in carriera ha fatto tanti gol e può dare il suo contributo a un reparto dal potenziale già elevatissimo». Ha dimenticato Pirlo, spauracchio dei portieri sulle punizioni. «Calcia alla brasiliana, mi ricorda molto Marcelinho Carioca, un tiratore eccezionale. Portava un trentacinque e mezzo di scarpa, era più semplice parargli un rigore che una punizione». Roma-Milan sarà anche un confronto a distanza con il suo connazionale Dida. «Nelson è il portiere più forte del mondo. Credo che giocando molte partite sia del tutto normale incappare in qualche errore. Con lui ho un ottimo rapporto, siamo stati un anno al Corinthians ed eravamo compagni di stanza. Abbiamo vinto un campionato del Rio San Paolo e una coppa del Brasile, arrivando in semifinale della Copa Mercosur. Spero di andare al mondiale tedesco insieme a lui». Intende dire al posto di Julio Cesar? «Perché no? Parreira ha anche detto che l'unico sicuro di un posto nella Selecao è proprio Dida, quindi posso sperare di giocarmi la convocazione, magari con Gomes del Psv Eindhoven». Prima deve vincere la diffidenza di critica e pubblico. «Trovo che questo scetticismo sia naturale. In fondo i tifosi della Roma non mi conoscevano, ma mi sembra che questi malumori stiano rientrando». Roma in ripresa, diceva. Ma qual è l'obiettivo a questo punto della stagione? «Possiamo arrivare al quarto posto, ne abbiamo le potenzialità. Poi dobbiamo fare strada in coppa Uefa e in coppa Italia». Spalletti l'ha difesa sempre, dopo averle regalato la gioia del debutto nel del derby di andata. «Ho un buon rapporto con lui. È un tecnico diverso rispetto a quelli sudamericani. Qui in Italia si predilige approfondire l'aspetto tattico rispetto alla tecnica individuale». Ha tolto il posto da titolare a Curci. Che rapporto c'è tra voi? «Sia con Gianluca che con Eleftheropoulos ho un rapporto di stima. Sono due ragazzi seri e professionisti che stimo». Resterà in giallorosso? «La prossima settimana ci sarà un incontro per parlare del rinnovo. Penso proprio di restare qui, anche perché la mia famiglia si trova bene a Roma». Si era parlato di interessamenti di Milan e Barcellona. «Mi farebbe piacere se così fosse, ma non mi risulta». A chi si ispirava da ragazzo? «Taffarel era un punto di riferimento per tutti i portieri brasiliani, ma il mio idolo era Walter Zenga». Quale attaccante l'ha più impressionato da vicino? «Adriano e Ibrahimovic». E Cassano? «Con lui non ho mai avuto problemi. Lo giudico tecnicamente: lui e Totti hanno qualità tecniche che potrebbero tranquillamente mostrare nella nazionale brasiliana». Chi vincerà lo scudetto? «La Juventus è difficile da riprendere, anche se Milan e Inter hanno ancora qualche possibilità». I prossimi mondiali invece sembrano già assegnati. «Tutti danno il Brasile come favorita, ma c'è da temere Germania e Inghilterra, i nostri rivali più pericolosi subito davanti all'Italia». Taddei potrebbe essere naturalizzato e rientrare nelle scelte di Lippi in nazionale azzurra. «Rodrigo è per metà italiano, ha i nonni italiani. Non ci troverei nulla di str

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