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«Sono andato via per giocare di più»

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D'altronde, «non c'è solo l'Italia al mondo, ci sono tanti paesi in cui si gioca bene al calcio». E allora eccolo di nuovo pronto a mettersi in gioco, monsieur Vieri, con la maglia biancorossa numero 36 che vestirà sabato sera contro il Bordeaux nella sua prima apparizione nella Ligue 1. Come sempre poco più che monosillabico, in 20' di conferenza stampa Vieri ha spiegato perchè ha lasciato il Milan, confermando di volersi giocare tutte le sue carte per il Mondiale: «Ho voglia di giocare, questa è la cosa più importante, ciò da cui sono dipese tutte le mie decisioni. Lippi non mi ha mai detto niente, ma è chiaro che era difficile andare ai Mondiali, se continuavo a giocare così poco». In fondo, lo sanno tutti che al suo fisico non bastano pochi spezzoni di partita e quindi rifiuta qualsiasi paragone con Alessandro Del Piero: «Lui gioca un po' di più — spiega Vieri — io veramente ho giocato pochissimo, perchè giocare quei venti minuti, mezz'ora, non bastano. Da sempre si sa che per il mio fisico non bastano venti minuti». Adesso è arrivato nella «squadra ideale, con tanti italiani e un tecnico italiano, e con ambizioni. Appena ho saputo che erano interessati a me, ho scelto in un giorno e mezzo perchè hanno fatto di tutto per avermi e questo per un giocatore è la cosa più importante». Certo, da Francesco Guidolin garanzie non ne sono arrivate, ma «è chiaro che qui avrò più possibilità». Anche perchè, oltre a Marco Di Vaio, l'attacco del Monaco è attualmente composto dall'infortunato Chevanton, appena operato al menisco dal ginocchio destro, e dai poco più che ventenni Adebayor e Gigliotti, giovani di belle speranze inespresse, al punto che la giovane punta del Togo è finito fuori squadra. Quindi toccherà presto a lui dimostrare di poter essere l'acquisto giusto per riprendere quota in campionato, dove il Monaco occupa un poco onorevole ottavo posto, a 16 punti dall'irraggiungibile Lione, ma a solo quattro distanze dall'Auxerre secondo in classifica. L'addio al Milan è stato pacato e tranquillo, con Ancelotti «il rapporto è sempre stato ottimo, così come con tutti i compagni», ma «non è vero che volevo rimanere a tutti costi a Milano. Quando ho rescisso con l'Inter per una settimana non c'era nessuna squadra che mi ha cercato. Poi si è fatto avanti il Milan, e chi non avrebbe scelto il Milan?. Io speravo di giocare di più, tutto lì, non è stato così e ho preso questa decisione». E poi «non c'è solo l'Italia al mondo, ci sono tanti paesi in cui si gioca al calcio bene, in Italia, come in Francia e in Spagna».

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