Lazio, Mauri o Dalmat
Sono le piste più calde dell'attualità biancoceleste, anche se nel lungo summit di martedì sera tra Lotito e Walter Sabatini si è parlato anche di altro. Di Bonanni, ad esempio, che spinge per vestire il biancoceleste e giocare gli ultimi cinque mesi di campionato. Di Jimenez, che rimane il sogno proibito, di Mannini, di Tonetto, di Semioli. Un'idea dietro l'altra, ipotesi sfiorate, altre accarezzate, infine le concretezze. Che al momento mettono Mauri, almeno per altre 48 ore, in cima alla lista ma con Dalmat in rapida successione. Il Racing Santander ha cambiato da poco assetto societario e potrebbe anche inscenare una rivoluzione: il nodo è legato all'entità dell'ingaggio del centrocampista e semmai alla formula dell'operazione, perché alla Lazio andrebbe bene il prestito. Si valuterà in queste ore, con Dalmat che sarebbe onorato di tornare in Italia per togliersi la soddisfazione di farsi rimpiangere dalla sua ex società. Sul fronte-Mauri si registrano invece le parole del manager, Gonzaga. «Il giocatore mi ha detto di fare di tutto, qualora dovesse lasciare Udine, per farlo andare alla Lazio. Direi che ci sono almeno sessanta possibilità su cento che Mauri approdi in biancoceleste. Il restante 40% è distribuito tra Udinese, Chievo, Messina e Siena». Baronio aspetta invece il via libera dalla Lazio già stasera dopo la partita, al massimo domenica sera dopo la sfida di Parma e la fine del lungo ritiro. Anche ieri il procuratore del biondo regista, Antonelli, era a Udine: c'è l'ok di Cosmi, che vuole a tutti i costi il centrocampista. Esiste semmai il veto di Lotito: libererà Baronio solo se l'Udinese lascerà partire proprio Mauri. Guerra psicologica che potrebbe essere agevolata dall'arrivo a Udine di Brienza da Palermo nell'ambito dell'affare-Di Michele. Manca chiaramente il placet della famiglia Pozzo, con Gonzaga che spiega: «A fine dicembre la società aveva chiesto a Mauri se fosse disponibile al trasferimento, poi ha cambiato orientamento. Forse si sono resi conto di quanto valga il mio assistito, soprattutto in base alle richieste di mezza serie A». In costante attesa di Cesar (atteso tra sabato e domenica a Roma) e delle sue scuse, la società si preoccupa dell'altro rompicapo, cioè Sereni. Il portiere è stato escluso anche dalla convocazione per il doppio impegno Cittadella-Parma. E non ha più intenzione di rimanere alla Lazio (da valutare tra l'altro eventuali azioni di autotutela regolamentare). Il club pretende di rinegoziare l'attuale contratto prima di destinarlo altrove: la novità è semmai relativa all'inserimento sulla scena della Fiorentina, che ha perso Frey per il resto della stagione, ed è pronta a virare sull'attuale portiere biancoceleste (in ballottaggio con Toldo, che costerebbe però notevolmente di più sotto il profilo economico). A questo punto potrebbe anche essere ipotizzato uno scambio con il centrocampista Pazienza, ex Udinese, almeno per sei mesi. Da decifrare il futuro di Bojinov, che i viola provano a inserire in ogni operazione, ma che vuole giocare all'estero. In caso di cessione, anche temporanea, di Sereni, la Lazio dovrebbe proiettarsi nuovamente sul mercato a caccia di un portiere: piace sempre Frezzolini, ma è difficile che il Modena lo lasci partire. Rimane in piedi l'ipotesi Handanovic, ma più legata alla cessione di Sereni al Treviso. Offerte di Catania e Arezzo per Giallombardo, che rimarrà comunque alla Lazio. Radiomercato riparla di un interessamento dell'Inter per Inzaghino, in prestito per sei mesi. Capitolo-società: a fine settimana probabile incontro tra il presidente Lotito e l'assessore all'urbanistica del Comune, Morassut, per parlare della cittadella biancoceleste.