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Spalletti sta con i tifosi: «Non è giusto»

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Una formalità o quasi, dopo lo 0-3 ottenuto al «San Paolo» l'8 dicembre scorso. E' una vigilia atipica, senza il consueto ritiro prepartita, la Roma si ritroverà a Trigoria stamattina per la rifinitura e stasera alle ore 17, in un Olimpico senza spettatori, farà le prove generali per la prossima gara di campionato. Sperando di invertire la tendenza, che la vedono compatta e cinica fuori casa, prevedibile e in difficoltà tra le mura amiche. Luciano Spalletti auspica un cambiamento di rotta, ammettendo che l'attenzione è già rivolta a domenica prossima. «Il pensiero sarà in parte rivolto al Milan, ma dovremo onorare una competizione a cui teniamo e nella quale vogliamo andare avanti. Mi auguro di far bene anche in casa: ora siamo più tranquilli, con atteggiamento e mentalità giusta». Sarà una squadra sperimentale, con alcuni giovani a surrogare i titolari. «Sicuramente giocherà Rosi, oltre a qualcuno che non ha avuto molte opportunità e che ha bisogno di fare una partita dopo un infortunio. Dobbiamo stare attenti a impiegare giocatori di cui abbiamo estrema necessità, per giunta in ruoli in cui non ci sono ricambi». Anche se adesso ha trovato in Chivu-Mexes una coppia centrale difensiva di sicura affidabilità, il suo dissidio con Kuffour merita un chiarimento. «Non è sempre bianco o nero, a volte nelle cose c'è una sfumatura di grigio. Con lui ci sono rimasto un po' male, perché quando la squadra aveva bisogno si è infortunato e ha detto che non poteva giocare, poi però qualche allenamento lo ha fatto. Chivu, Mexes e Panucci hanno fatto l'impossibile per esserci e dare una mano al gruppo, avrei preferito si fosse comportato come loro. Sono anche questi gli aspetti che contano, si debbono valutare tutto prima di trarre le conclusioni. Io le differenze le faccio, per me non sono tutti uguali. Guardo in modo differente chi è più disponibile e chi meno verso di me. E con questi ultimi sono meno disponibile anche io. Comunque io preferisco non litigare con Kuffour, c'è il rischio di buscarle...». A proposito di incomprensioni, Spalletti ha voluto eliminare ogni incomprensione per quanto riguarda Bovo, che non lo ha salutato a Treviso quando è stato sostituito. «Io non devo salutare nessuno al momento dei cambi. Cesare ha sempre dimostrato grande disponibilità: ha giocato spesso fuori ruolo e gli ho tolto più di quel che gli ho dato, avrei fatto lo stesso anch'io. Dopo quel momento di stizza, però si è girato e mi ha chiesto subito scusa. E' un ragazzo trasparente e corretto e tutto è finito in quel momento». Stasera ci sarà spazio per Mancini, l'altro caso spinoso che il tecnico toscano si trova a gestire. «Mi interessa farlo giocare per vedere a che livello di condizione si trova. Amantino ha avuto male ma non ha fatto calcoli, si è dovuto adattare alla convalescenza post infortunio. Non è ancora al meglio e mi ha sempre detto di non potersi allenare perchè avvertiva dolore. Non mi ha fatto niente, non deve chiedere scusa a nessuno. Sono convinto che da adesso in poi farà bene e si può dire che la sua stagione inizia ora». Si giocherà a porte chiuse per decisione del Prefetto Serra, in un'atmosfera surreale. «Credo sia un'ingiustizia soprattutto verso i tifosi veri. Dispiace giocare senza spettatori, soprattutto per quei giovani alle prime esperienze che meritano di avere il pubblico a incitarli. Qualsiasi sport senza la gente perde di valore e sarà una brutta sensazione vedere l'Olimpico vuoto e col gelo. A Roma tengono a questo match come a Napoli, lo abbiamo visto all'andata. È un peccato». Spalletti cala poi il sipario sulla vicenda Cassano (ieri il Real lo ha blindato con una clausola rescissoria da 180 milioni di euro). Definitivamente. «Antonio aveva qualità importanti, ma dimostrare abilità tecniche fini a se stesse non serve a nulla. Le partite in questo modo si perdono, come insegna lo scorso anno. La Juve vince perchè al tasso tecnico abbina la voglia di lottare fino all'ultimo minuto. Comunque, da oggi in poi, the end». Anc

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