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di DOMENICO LATAGLIATA ISOLDE Kostner ha detto basta.

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La notizia è arrivata ieri, a metà pomeriggio: «Voglio comunicare che la mia carriera di sciatrice finisce qui — ha scritto in una lettera aperta — non parteciperò alle Olimpiadi perchè aspetto un bambino e quindi la mia prossima bellissima sfida non sarà rincorrere la medaglia d'oro, ma diventare mamma. Sono grata a Dio di avermi fatto questo bel regalo del tutto inatteso nonostante questo momento che può esser visto da molti come inopportuno. Da un giorno all'altro è cambiata totalmente la mia prospettiva per il prossimo mese e mezzo, ma non è cambiata la mia gioia di vivere, né le mie prospettive di vita, che erano quelle di avere famiglia e fare la mamma. Il dispiacere che ho provato è stato per tutti voi che credevate in me e che mi avete dato tutto il sostegno in questi anni e in particolare nella preparazione olimpica». Il Puffo Volante, che l'Italia dello sci aveva scoperto con le due medaglie olimpiche di Lillehammer 1994, ha insomma detto basta. Che il momento sia o meno opportuno, è un altro discorso. Certo, il tutto è accaduto quando nessuno se lo aspettava, probabilmente nemmeno lei. «Io lo so che tanti diranno: ma questa i calcoli non se li sa fare? Io i calcoli me li so fare, non sono una sedicenne... Il bambino è arrivato ed è un regalo di Dio — dice Isolde — la natura fa il suo gioco e noi non possiamo farci niente. Ho tanta gioia e nessun rimpianto». Comincia, per Isolde, un'altra storia: diversa, più bella e complicata. L'Italia, questo è certo, perde un'atleta da possibile medaglia anche se i risultati di quest'anno non erano stati brillanti. «C'è una nota di tristezza perchè oggi lascia una delle più grandi campionesse che l'Italia abbia mai avuto — il commento del presidente della Fisi, Gaetano Coppi — sono molto legato a lei, come atleta e come donna. L'atleta mi mancherà molto. Il 2006 le ha regalato un bel premio, probabilmente il più grande per una donna. Isolde mi consentirà una battuta: avrei preferito che questo premio fosse arrivato un po' più avanti. A lei vanno i migliori auguri». Ha fatto tanto per lo sport italiano, Isolde Kostner da Ortisei, 31 anni da compiere il 20 marzo prossimo: due bronzi olimpici in superG e discesa a Lillehammer 1994, un argento in discesa a Salt Lake City 2002; due ori mondiali in superG a Sierra Nevada e Sestriere 1997, 1 argento in libera a St Anton 2001. E, poi, la coppa di discesa libera nel 2001 e 2002 (unici trionfi italiani di sempre nella specialità), oltre a 15 gare di Coppa del Mondo (12 in libera, 3 in superG): gliene mancava una soltanto per raggiungere Deborah Compagnoni, l'azzurra più vittoriosa di sempre. Una carriera splendida, che ha vissuto però anche di momenti drammatici: 4 dicembre 2002, a Lake Louise, una caduta terribile con tanto di trauma cranico che la tenne a lungo lontano dalle piste e, soprattutto, dal podio. Ci vollero 14 mesi per rivederla sul podio e, per ammirarne nuovamente il sorriso dal gradino più alto, si dovette aspettare il 1 febbraio 2004. Quel giorno, sulle nevi austriache di Haus Im Ennstal, la Kostner vinse la sua ultima gara di Coppa del Mondo e scoppiò a piangere come non aveva mai fatto. Una vittoria, quella, che fu vissuta più di tante altre e che probabilmente nella sua testa ha rivestito ancora maggior importanza delle medaglie olimpiche a mondiali: aveva sconfitto la paura, era di nuovo tornata il Puffo Volante di Ortisei. Con quel suo sguardo allegro e contagioso, quella parlata strana, quella timidezza quasi ostentata. Da allora, Isi non ha più vinto: aveva Torino 2006 nel mirino, ma già sapeva che a fine stagione si sarebbe ritirata. Lo ha fatto ieri, un mese prima dell'inizio dei Giochi: grazie, comunque.

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