La partenza del barese lascia un buco Dacourt, Arsenal di nuovo in pressing
..della serie quattro chili in dieci giorni), a Trigoria Spalletti fa i conti della serva e si ritrova praticamente senza attaccanti. Cosa già nota, vero, ma all'appello manca soprattutto Montella. I numeri parlano chiaro e mostrano come l'aeroplanino abbia smesso di volare dal girone di ritorno della scorsa stagione dopo un avvio al fulmicotone. Già, perché Montella entrò in corsa nella prima giornata contro la Fiorentina all'Olimpico (tra l'altro proprio per l'espulsione di Cassano... guarda un po') e segnò il gol decisivo. Poi il malore di Totti lo mandò in campo sette giorni dopo a Messina: tripletta che però non bastò alla Roma sconfitta dai siciliano per 4-3. Ma qui quattro gol in due giornate gli valsero il posto da titolare che portò a 15 gol in sedici partite (quasi un gol a partita): l'ultima, fatale, proprio nel derby perso contro la Lazio che segno l'inizio del declino fisico (due sole reti in tutto il resto del campionato). L'aeroplanino giallorosso quest'anno non si è praticamente mai visto. Dieci presenze un solo gol in campionato (seppur importante contro l'Inter che ha sancito il ritorno alla vittoria a Milano della Roma dopo un secolo) è lui la vera assenza in una rosa che finora il tecnico toscano ha rattoppato alla meno peggio. Dopo aver firmato il contratto che lo ha legato a vita in giallorosso, Montella è incappato in una serie di malori che lo hanno tenuto lontano dal campo per quasi la metà delle partite giocate. Problemi di varia natura, ma soprattutto un fastidio costante alla schiena che ha portato i medici ad operarlo. Il primo dicembre Montella è finito così sotto i ferri (per «liberare» un nervo della schiena che gli faceva sentir dolore) e nonostante qualcuno continuava a dire che sarebbe tornato a disposizione nell'arco di 48 ore, il bomber partenopeo è ancora in attesa di smaltire il dolore. Ieri Montella è tornato ad allenarsi, seppur separatamente dal resto della squadra, ma per i tempi del suo recupero nessuno dello staff medico giallorosso vuole sbilanciarsi. In ogni modo non se ne parlerà prima della fine di gennaio, il che vuol dire tornare in occasione della partita casalinga contro il Livorno in programma il 29 gennaio. Senza di lui Spalletti è costretto ancora ad inventare e utilizzare l'onnipresente Totti nel ruolo di unica punta. Ma il dopo-Cassano è anche voglia di ricostruire un gruppo, voglia di stare insieme. la squadra, dopo la cena fatta il 30 dicembre, ha bissato la sera del cinque gennaio in un ristorante di via Nazionale. C'erano tutti, tranne Mancini che vive ora più che mai da separato in casa. Il brasiliano è quello che ha accusato maggiormente il colpo dell'addio del compagno e ha immediatamente bussato a denari minacciando di seguire la strada del barese. la Roma in questo caso è tranquilla, visto il contratto che lo blinda fino al 2009. Di tutt'altro genere invece il discorso per Dacourt. La Roma sta di nuovo subendo (?) il pressing dell'Arsenal che lo vorrebbe riportare in Inghilterra (Dacourt arrivò a Roma dopo un'esperienza al Leeds). L'offerta sarebbe di due milioni di euro e la Roma queste cifre non avrebbe problemi a spalancare la porta. Il problema, sempre lo stesso come fu per Cassano all'inizio, è che alle parole non ha fatto seguito una proposta concreta. Nessuno insomma, dopo i sondaggi dei giorni scorsi, si è mai presentato con i soldi tra i denti per chiedere il giocatore. È di ieri la notizia che la dirigenza dell'Arsenal avrebbe in programma un blitz nella capitale forse già lunedì per portare a termine l'operazione. La Roma aspetta... e spera. Due milioni, per un giocatore a scadenza in un ruolo più che coperto, non sarebbero pochi.