Fratellicoltelli

Ora, appena indossata la maglia del Real Madrid, si ritrova a parlarne male e sbeffeggiarlo pubblicamente. Coglie la palla al balzo su quanto detto da Zidane contro il capitano giallorosso. Lui, non nega, ma si allinea e conferma di essere «più forte di Totti. Ma andiamo con ordine. «Il Real è la squadra più forte del mondo. Sono convinto che quest'anno possiamo ancora vincere tutto». È il proclama di Antonio Cassano nel suo primo giorno da «Galactico». Il barese è visibilmente emozionato, felice, euforico ed anche un po' «ruffiano» che non guasta mai soprattutto in un periodo non esattamente esaltante per il Real Madrid. E la domanda di ingresso non è certo delle più morbide, anzi è quella che tutti a Madrid vorrebbero fare al barese sul suo presunto caratteraccio e la sua fama di piantagrane. Cassano non si perde d'animo, come se non aspettasse altro. «Io voglio far zittire tutta la gente che mi ha etichettato con un carattere non molto facile da gestire. Io sono venuto qui anche per cambiare a livello umano, per migliorare. Dell'esperienza romana preferisco non parlare, adesso sono a Madrid e parlerò solo del Real. Qui c'è la squadra più prestigiosa al mondo, il mio sogno si avvera ma sarebbe il sogno di tutti giocare al Real». Si sente più attaccante o mezza punta? «Deciderà l'allenatore dove farmi giocare: attaccante o mezza punta. Per me va bene». Madrid è stata una sua scelta o altre squadre si sono mosse tardi rispetto al Real? «Non so se le altre squadre si siano mosse prima o dopo. Il mio desiderio era giocare nel Real Madrid, è dal primo giorno che ho avuto l'idea di giocare al Real. Siccome si vociferava che non avevo squadre ecco: mi ha cercato la squadra più importante del mondo e sono qui. Ancora sono emozionato, ma appena cominceranno gli allenamenti penserò solo al mio mestiere: giocare a calcio». A chi dedicherà il suo primo gol? «A chi mi è vicino, a tutti quelli che hanno voluto il mio passaggio al Real e un pensiero sarà anche per Di Stefano». Non ha paura di poter rimanere schiacciato dal momento difficile? «Io sono convintissimo che possiamo ancora raggiungere il Barcellona perchè il Real Madrid è la squadra più forte del mondo con giocatori che non esistono da nessuna altra parte e sono convinto che possiamo ancora vincere tutto». Tra i tanti campioni che ci sono al Real chi preferisce? «Qui ci sono Zidane, Roberto Carlos, Ronaldo, Beckham, ci sono tanti campioni che fanno divertire il pubblico. È difficile sceglierne uno». Lei si sente in forma? Pensa di poter convincere in futuro anche Lippi a portarla ai Mondiali? «È 15 giorni che sono fermo, però se l'allenatore mi chiede di andare in campo io ci vado. Io sicuramente voglio tornare a stare in forma, poi dal momento che sono in forma sono certo che convincerò Lippi a portarmi al Mondiale. Non sono presuntuoso ma credo proprio di potere andare in Germania». Vorrebbe che Capello venisse al Real Madrid? «È vero ho retto più con Capello che con altri tecnici perchè lui ha saputo gestirmi alla grande. Adesso il tecnico è Lopez Caro ma del futuro dovete chiedere alla società». Crede che Capello potrebbe essere un buon allenatore per questo Real? «Capello, ripeto, mi ha gestito come neppure so io. Lo ringrazio pubblicamente per quello che ha fatto e per come mi ha fatto crescere. Poi però il futuro lo decide la società. Sicuramente Capello mi ha gestito da padre a figlio mentre con gli altri allenatori ho avuto un rapporto diverso. Lui sembrava mio padre: quando c'era da bastonarmi lo faceva, quando c'era da darmi consigli lo faceva. Mi ha trattato come un figlio». Crede di essere psicologicamente capace di sopportare a 23 anni la pressione del Real Madrid e accetterebbe di andare in panchina? «Io sono qui per far parte di un grandissimo club e mi metterò a disposizione del tecnico. Poi anche a Roma c'era molta, molta