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Blardone, Simoncelli e Ghedina su tutti Fra le ragazze Recchia e Franchini aspettando Putzer e Kostner

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Per l'Italia, per la Francia e per tutto lo sci: ieri è infatti deceduto in un incidente stradale l'allenatore italiano Severino Bottero, che da pochi mesi si occupava della squadra francese di gigante. Bottero, 47 anni, è morto in seguito a un incidente stradale in Alta Savoia: stava guidando in direzione Chamonix-Macon quando, secondo quanto riferito dalla società autostradale Atmb, «è uscito violentemente dalla strada tra Sallanches e Cluses (due città dell'Alta Savoia) verso le 8.30. Poi la vettura si è immobilizzata nel fossato a lato dopo essersi presumibilmente capovolta». Nell'incidente non sono state coinvolte altre auto. «E' una notizia tristissima, che mi sconvolge. Severino era un grande tecnico, era soprattutto un amico - è stata la prima reazione di Flavio Roda, responsabile della nazionale azzurra. Ha lavorato con noi sino a pochi mesi fa». Severino Bottero era di Limone Piemonte: sposato, aveva un figlio. Con la squadra italiana aveva lavorato in particolare nel settore femminile, cominciando negli anni 1983-84 e poi fino al '97-98. Era quindi passato in Francia, con la squadra maschile d'Oltralpe di gigante, ottenendo ottimi risultati. Nel 2000 era ritornato a Casa Italia, rimanendoci fino alla fine della scorsa stagione. Gli atleti hanno intanto ricominciato ad allenarsi in vista della ripresa delle gare: da questo weekend e fino ai Giochi di Torino non ci si fermerà praticamente mai. Le prime a sfidarsi saranno le ragazze, giovedì a casa-Kostelic (Zagabria) in slalom. Quindi, sabato e domenica, le donzelle saranno a Maribor (Slovenia) e i maschietti presso l'Università di Adelboden, uno dei pendii più belli e difficili del circuito. E' stato lì che, dodici mesi fa, Blardone ha centrato il suo primo successo ed è lì che il piemontese intende confermarsi il numero uno della specialità. Detto che, in ottica olimpica, una medaglia di Rocca dovrebbe proprio arrivare (per lui, finora, tra successi in altrettanti slalom), ci sono anche altri azzurri che in queste settimane hanno dimostrato di poter puntare al bersaglio grosso. Il più accreditato è senz'altro Massimiliano Blardone, una volta soprannominato «Pollicino» e ora diventato «SuperMax» dopo che in Badia, con la vittoria in tasca, ha sfoggiato un mantello da Superman. In gigante non teme nessuno: ha tecnica, classe e cattiveria. Sempre nella stessa specialità, sicuro del posto nel quartetto olimpico è Davide Simoncelli, secondo in Badia. E il viaggio in Piemonte dovrebbe esserselo guadagnato anche Manfred Moelgg, gambe elasticizzate che potrebbero anche esplodere quando meno te l'aspetti. Occhio poi, in discesa, a nonno Ghedina: a 36 anni, la sua sembrava dover essere un'ultima stagione da seguire solo con simpatia. In realtà, sia in Gardena che a Bormio ha dimostrato di essere ancora vicino ai migliori: una zampata di classe ci può stare, perché no? Tra le ragazze, in attesa di capire se Putzer, Kostner e Karbon valgono il loro passato, le migliori carte ce le giocheremo con Lucia Recchia in superG ed Elena Fanchini in discesa. Ricordandoci che quattro anni fa, a Salt Lake City, nessuno pronosticava la Ceccarelli vestita d'oro.

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