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Lippi ci crede «Italia, ai Mondiali senza paura»

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Ma siamo solo a metà dell'opera». Bilancio che non potrebbe essere che a metà quello di fine anno di Lippi. D'altronde, il 2005 è stato un anno senza appuntamenti importanti per l'Italia, stretto tra i deludenti Europei portoghesi e i Mondiali di Germania pieni di speranza. C'era comunque il girone di qualificazione da vincere e Lippi l'ha fatto con una giornata di anticipo. L'ultimo a riuscirci era stato Bearzot prima di Spagna '82. «Sono soddisfatto dello spirito di gruppo mostrato dalla squadra della sua crescita e dell'entusiasmo di tutti i ragazzi. In qualcosa possiamo e dobbiamo ancora migliorare, ma le note positive in questo 2005 sono state certamente superiori a quelle negative. Non abbiamo avuto forse la totalità dei consensi, ma quella non ce l'ha nemmeno il Papa. Siamo tutti ansiosi di giocare questo Mondiale di Germania». Torneo da chiudere nel «migliore modo possibile», è il regalo che ha chiesto il presidente federale Carraro per il 2006 nella conferenza stampa di fine anno. «È giusto. L'Italia deve fare il meglio che può in ogni circostanza», concorda il ct. E lui è già al lavoro per preparare al meglio le sfide che attendono l'Italia. «Ho già cominciato a studiare i nostri avversari, poi andrò a vedere il Ghana in Coppa d'Africa e qualche amichevole degli Stati Uniti. La Repubblica Ceca la conosco meglio». Per studiare l'Italia, invece, gli avversari avranno ben poche occasioni. Una soltanto, l'amichevole del primo marzo (probabilmente a Roma) contro la Germania, prima che venga diramata la lista dei 23. «Poi però giocheremo un altro paio di partite». Test che la Federazione sta organizzando per la fine di maggio. La lista dei convocati rimarrà aperta fino all'ultimo per tutti. Con il possibile arrivo del passaporto italiano al romanista Taddei, i concorrenti potrebbero aumentare. Lippi non ha problemi: «Italiani, oriundi, dopo la scelta che si è fatta con Camoranesi questa Nazionale non può che essere aperta anche ai naturalizzati. Ed è bello che in molti aspirino a venirci».

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