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LA SCHEDA

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Come quasi tutti i grandi n.10 del passato, anche lui ha esordito in A quando era ancora giovanissimo, a 17 anni e 5 mesi: l'11-12-1999, nel derby Lecce-Bari, vinto dai padroni di casa per 1-0. Il n.10 di maglia, però, non è il suo preferito, tanto che non lo ha mai indossato, scegliendo sempre il 18. Alto m.1,75 per 73 chili di peso, dopo 2 campionati, 48 presenze e 6 gol col Bari (tra cui, bellissimo, il primo, segnato all'Inter, per la quale tifava da bambino) nell'estate 2001 è passato alla Roma con l'astronomica valutazione di 60 miliardi della vecchie lire (55 contanti più la metà di D'Agostino). In giallorosso ha giocato 4 campionati e mezzo per un totale di 118 partite (sulle 166 in A) e 39 gol (sui 45 totali), tra cui quello della vittoria a Bergamo alla penultima giornata del campionato passato che ha dato alla Roma la matematica salvezza. Allargando il discorso alle Coppe Europee e alla Coppa Italia, con la Roma ha segnato 52 reti (alle 39 in A vanno aggiunte le 5 in Champions, le 5 in Uefa e le 3 in Coppa Italia). Nella Capitale, però, è diventato famoso anche per le c.d. "cassanate", ovvero per tutta una serie di gesti, comportamenti e reazioni ormai passate alla storia, come le corna all'arbitro Rosetti nella finale di ritorno col Milan della Coppa Italia 2002-03. Fra. Bov.

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