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Il successo garantisce l'automatica qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia. Bodiroga trascinatoreTusek e Hawkins super

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Però se la vittoria della Virtus Roma, 89-66, è la sesta consecutiva in campionato, garantisce la matematica qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia, e soprattutto mostra una squadra in crescita costante, atletica e tecnica, c'è da guardare al 2006 con un bel po' d'ottimismo. Anche perché in una partita che Roma ha interpretata si sono poi stagliate prove individuali superlative, come quelle di Hawkins, Tusek e del meraviglioso Bodiroga. Che ci ha messo un minutino per carburare, con quel passetto felpato, al limite del lento, che fa interrogare su come inesorabilmente vada sempre via al difensore sul primo passo d'attacco. Poi ha cominciato a recitare un show personalissimo illuminando con sprazzi di classe che solo il talento allo stato puro può rendere facili. Il cammeo, tra i tanti, è stato un assist "no look" (palla passata sul lato opposto in cui è andato lo sguardo) per Markone Tusek che realizzato subendo fallo. La prova del fenomeno serbo s'è incastonata in una prima metà di gara di intensità rara. Roma ha ringhiato verso Roseto quasi si trovasse ad un'ultima spiaggia. I 13 recuperi, frutto di un'organizzato pressing che deve far gonfiare il petto d'orgoglio a Svetislav Pesic, ne sono testimonianza. Tutti a fare il loro dovere, motivati e tonici, tanto che la zona che Caja ha schierato dall'inizio non s'è dimostrata un rebus troppo complicato. 19-8 al 10', poi un allungo propiziato dall'atletismo di Hawkins, dalla lucidità di Ilievski, dalla presenza di Tusek, dall'agonismo di Sconochini e dagli assoli da primo violino di Bodiroga, fino al 45-27 dell'intervallo lungo. Rientrata la Virtus ha commesso il suo peccatino di presunzione e con due triple Roseto s'è riavvicinata al - 12 (45-33). Sfuriata di Pesic, esigente come il dna del vincente impone, e la difesa tentacolare ha ripreso a sporcare le linee di passaggio. Spesso è sembrato che la squadra capitolina giocasse con un uomo in più, capace di materializzarsi sui raddoppi per rubare palloni e far partire contropiede da applausi che l'hanno portata anche sul + 26 (76-50). La Virtus così lancia il suo bel messaggio al campionato. la squadra c'è, è unita, anche se c'è chi si continua a divertire farfugliando storielle antiPesic. I suoi modi burberi sono quelli chi pretende il massimo da se stesso ed i suoi ragazzi.Ora che l'emergenza è alle spalle le cose si stanno indirizzando per il verso giusto ed alle porte, dopo l trasferta di Coppa a Gerusalemme del 3 gennaio, ci sarà l'esamino di maturità, il giorno della Befana, contro Napoli. L'impressione è che Roma non abbia proprio voglia di fermarsi

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