In quattro finiscono in doppia cifra Righetti si ritrovaDomani arriva Roseto dell'ex Caja
Questa è stata la Virtus Roma che ha risolto la pratica Cantù, 79-73, preparandosi così a ricevere Roseto per chiudere in maniera degna il 2005. Il minuto di silenzio con cui il PalaLottomatica ha reso omaggio a Giancarlo Primo, ex ct della Nazionale ed allenatore sia di Cantù che di Roma, è stato il giusto tributo per un uomo di sport che non sarà dimenticato nel cuore di chi ama veramente il basket. Poi è stata alzata la palla a due e le intenzioni di Pesic sono state subito chiare: negare in ogni modo rifornimenti per quella sanguisuga dell'area pitturata che risponde al nome di Kebu Stewart. Operazione riuscita, almeno all'inizio, abbastanza bene. Perchè Tonolli, più leggero ma molto dinamico, ha giocato un anticipo spietato, aiutato sui lob dall'esterno più lontano. E siccome la Cantù di questo momento è in evidente difficoltà al tiro da fuori, la mossa ha prodotto il prepotente allungo iniziale, propiziato da un ispiratissimo Hawkins autore di giocate d'autore, che hanno portato Roma al massimo vantaggio sul primo pallone della seconda frazione (21-6). Ed il fatto che tutti i miseri puntarelli fossero stati insaccati dal solo colosso Stewart spiega le ambasce dei brianzoli. La Virtus invece ha sciorinato per un pò un gioco scoppiettante e la partita non è stata chiusa per colpa dell'abulia di un irritante Tusek e perchè Pesic ha, giustamente, chiamato Hawkins a rifiatare. Con il suo terminale principe in panca la via del canestro per i capitolini s'è fatta un pò più complessa e qualche guizzo di Michelori ed una tripla di Mazzarino hanno riportato Cantù al -8 (25-17). È bastato però che Pesic ridesse campo ad Hawkins e Bodiroga uscisse da un inspiegabile torpore per riportare l'avversaria al ventesima al rassicurante 34-19 su cui s'è andati all'intervallo lungo. E la ripresa ha visto l'immediato +17 (36-19, con Giachetti) che è sembrato una pietra tombale. Invece Roma, pur continuando a fare canestro continuità, grazie soprattutto ad un ispiratissimo Righetti ed a Tusek finalmente presente ed incisivo, ha mollato in difesa. Troppo spazio per Barrett, che dal niente dei primi 20', ha iniziato a mitragliare, sostenuto dai muscoli di Michelori e Stewart, così la pratica s'è complicata. La partita è andata avanti a strappi, con la Virtus che ha giochicchiato rimandando sempre a distanza di sicurezza gli avversari, che hanno tentato una zona subito ricacciata via dalla precisione di Righetti, prima che all'ultimo giro di lancette ancora l'indemoniato Barrett insaccasse il -5 (77-72). È servito allora il sigillo di Bodiroga, autore di una seconda frazione superlativa, per sigillare il risultato. Roma conserva quindi la seconda piazza e già domani sarà di nuovo in campo per la quattordicesima giornata che porterà a Roma la rilanciata Roseto dell'ex Caja.