Diritti tv, è ancora caos

Ma i duellanti di questo ennesimo scontro sul pallone televisivo sono nuovamente loro in un replay della spaccatura che tenne in stallo il rinnovo della presidenza della Lega sino al marzo scorso. Attorno a loro tornano a coagularsi i contrastanti interessi che dividono il pallone di vertice, anche dopo la decisione che avrebbe dovuto eliminare qualche conflittualità sancendo la definitiva separazione della serie A dalla B. Galliani, per ora non replica alle accuse che gli sono piovute addosso dopo l'annuncio il 23 dicembre del mega accordo tra Juventus e Mediaset che porterà nelle casse bianconere 218 mln per la cessione di tutti i diritti televisivi dal 2007 al 2009. Della Valle fa sapere ufficialmente di non avere intenzione di uscire allo scoperto. Ma a sbandierare le posizioni di quello che viene indicato come il gruppo dei ribelli continua a dedicarsi con tenacia un ex alleato di Galliani, il presidente del Palermo Maurizio Zamparini, la cui nomina alla vicepresidenza di Lega sembrava essere stato a marzo uno dei tasselli che ha contribuito a raggiungere il compromesso e che ora è invece il primo a scagliarsi contro l'amministratore delegato del Milan accusandolo di avere nascosto ai presidenti un accordo di cui non poteva non essere a conoscenza e invocando interventi dall'alto, sia della Figc sia delle istituzioni, per un ritorno alla contrattazione collettiva dei diritti tv. «Alla Figc - spiega Zamparini - chiediamo di mettere dei paletti, il nostro è un appello rivolto alle istituzioni. Se il nostro messaggio non verrà raccolto in tempo saranno guai, il calcio andrà in rovina». «Noi questi paletti - insiste il presidente del Palermo - stiamo cercando di metterli e pertanto stiamo lavorando alla redazione di un documento congiunto con il quale chiediamo una ripartizione più equa delle risorse e la reintroduzione del negoziato collettivo dei diritti tv. Non importa in quanti siamo, non occorre una maggioranza, basta che si ribelli una sola società. Dalla nostra parte c'è anche la Sampdoria, poi vedremo chi vuole firmare il nostro documento». Che le posizioni siano in realtà più sfumate, lo dimostra l'intervento di Beppe Marotta, amministratore delegato proprio della Samp che Zamparini schiera nel suo gruppo. «Se la Juventus vale cento - dice - la Sampdoria e le società del suo livello non possono valere quattro». Marotta, tuttavia, in termini generali non vede così negativamente il matrimonio tra la società bianconera e il gruppo del biscione: «Significa che il prodotto calcio continua a tirare parecchio». Ma Zamparini non ha dubbi. Ritiene il contratto della Juventus «nullo», dice, perchè «io non permetterò che venga trasmessa la partita contro il Palermo». Ma c'è un'altra via d'uscita, suggerisce ironico: «Che i bianconeri giochino da soli in campionato». Mentre la politica concorda in maniera bipartisan sull'opportunità di un ritorno alla contrattazione collettiva, la patata bollente arriva così sul tavolo del presidente della Figc Carraro. Oggi incontrerà i giornalisti per una conferenza stampa di fine anno probabilmente dedicata a celebrare soprattutto il traguardo centrato dalla nazionale con la qualificazione a Germania 2006. Ma Zamparini chiede risposte. In merito all'accordo tra Mediaset e Juventus sui diritti televisivi, è intervenuto a Radio Radio Roberto Sommella, direttore delle relazioni esterne dell'Antitrust, l'autorità garante della concorrenza e del mercato. «È stato scritto - ha detto - che abbiamo aperto un'istruttoria sul contratto Juventus-Mediaset, non è vero. Abbiamo aperto un'istruttoria, ma a marzo, e sui contratti che Mediaset ha stipulato con molti club per questa e per le prossime stagioni. La nostra paura è che contratti troppo lunghi ed esclusive sulle varie piattaforme possano restringere il campo a eventuali nuovi operatori. Speriamo che Mediaset torni a una situazione in cui stipuli contratti più brevi. Il contratto che Mediaset ha stipulato ultimamen