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DOPO L'ACCORDO JUVE-MEDIASET DA 250 MILIONI

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Politici in coro: diritti tv collettiviTutti a favore del vecchio sistema. Zamparini: «Intervenga la magistratura»

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I quasi 250 milioni di euro che pioveranno nelle casse bianconere nei prossimi anni hanno suscitato le reazioni preoccupate di quanti operano nel mondo del pallone e non solo, visto che anche dal mondo politico si guarda con apprensione a quanto sta accadendo sul fronte dei diritti televisivi. I commenti del diessino Enzo Foschi e del capogruppo di An Ignazio La Russa dimostrano che l'accordo multimilionario stipulato prima di Natale preoccupa tutto il fronte dell'arco costituzionale. Una presa di posizione bipartisan che chiede il ritorno ai diritti collettivi per salvare il calcio nazionale che rischia, dicono, con accordi simili a quello tra Mediaset e Juve di accrescere ancora il gap fra piccoli e grandi club, con il risultato di svilire l'interesse del campionato. «L'accordo sui diritti televisivi raggiunto tra Juventus e Mediaset è semplicemente vergognoso», ha tuonato il Consigliere regionale dei Ds Foschi. «Politica e sport - ha aggiunto - devono essere indipendenti, ma credo che la politica debba tornare a dettare le regole per garantire parità di condizioni fra le squadre di calcio». E propone: «I diritti devono essere ceduti in blocco, con una ripartizione doppia: una quota uguale per tutte le squadre e una in base alla classifica del campionato». Va oltre Ignazio La Russa che ha affermato di aver già provveduto «ad inviare una lettera al Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini chiedendo una celere calendarizzazione della proposta di legge dell'on. Andrea Ronchi, e anche da me sottoscritta, in materia di contrattazione collettiva dei diritti televisivi del campionato di calcio di serie A». «Alla luce dell'accordo tra Mediaset e Juventus e della polemica che ne è scaturita - spiega il capogruppo di An - si rende ancora più urgente l'approvazione definitiva della legge che reintroduce la contrattazione collettiva dei diritti televisivi del campionato». «Seriamente preoccupato» si dichiara Giovanni Lolli. «Si sta mettendo una pesante ipoteca sul sistema calcio e sulla distribuzione delle risorse televisive - sostiene il deputato diessino - per cui riteniamo urgente che il parlamento discuta di questo importante argomento anche in questo scorcio di fine legislatura», mentre per il sindaco torinese di centrosinistra, Sergio Chiamparino «non c'era bisogno di aspettare l'accordo fra Juve e Mediaset per capire che c'è poca concorrenza nel mercato dei diritti tv». Intanto fa sapere che non ci sarebbe nessun problema a tornare ai diritti tv collettivi il direttore di Sky Sport, Giovanni Bruno, anzi... «Noi ci atteniamo ai regolamenti - afferma Bruno -, ora i diritti sono individuali e noi li trattiamo squadra per squadra. Se ci fossero i diritti collettivi, per noi sarebbe molto più semplice: il nostro budget è definito, semmai sarebbe poi un problema del governo del calcio». E ribadisce che il ritorno ai diritti collettivi non rappresenterebbe un problema per Sky: «L'abbiamo fatto l'anno scorso con la serie B -ricorda - e lo facciamo regolarmente con rugby, pallavolo e basket». Continuano le polemiche anche nel mondo del calcio. Zamparini ribadisce: «Sinceramente dispero che il problema si possa risolvere in Lega Calcio. Dovrebbero interessarsene le istituzioni. Vediamo come funzionano le cose in Italia, cosa sta accadendo nel sistema bancario. Prima o poi la magistratura entrerà anche nel calcio. Noi vogliamo un sistema all'inglese - sottolinea Zamparini - 50 per cento dei proventi distribuiti in misura uguale tra tutti i club e l'altro 50 per cento in base a passaggi televisivi e piazzamenti». Cellino del Cagliari: «Non mi sento di fare accuse a Galliani o alla Juve o ad altri, la situazione del calcio è critica e dobbiamo vederci tra di noi per trovare delle soluzioni ma se stiamo come stiamo la colpa è anche nostra, dei piccoli club».

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