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La linea dura imposta dal tecnico della Roma sta cominciando a dare i suoi frutti Fuori chi non se la sente, fiducia ai fedelissimi guidati da Totti, De Rossi e Perrotta

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Una squadra nella squadra, cui Spalletti non potrebbe mai rinunciare. In un momento in cui voci e indiscrezioni di mercato, malanni veri o presunti, motivazioni più o meno annacquate hanno messo fuori una mezza dozzina di giocatori, il tecnico ha attuato il giro di vite, decidendo di affidarsi d'ora in poi soltanto a coloro che dimostreranno di essere mentalmente coinvolti nel programma Roma. L'epurazione potrà materialmente prendere corpo soltanto a giugno, quando cadrà il blocco sul mercato e si potrà, per dirla con Pradè, «dare all'allenatore quelle risorse che per vari motivi non ha potuto avere in questa stagione». Guardarsi intorno, darsi una contata. È quello che ha fatto Spalletti prima della partita interna con il Palermo. Frasi come: «D'ora in poi non pregherò nessuno», «Sarà premiato solo chi dimostrerà nei fatti con impegno e dedizione l'attaccamento a questa maglia», suonarono subito come solenni bocciature per i due giocatori che più sembrano estranei dal gruppo. Quasi il preludio a quel repulisti da realizzare tra sei mesi. Cassano e Mancini sono ancora fuori per infortunio, senza dimenticare l'ultimo caso scoppiato in seno al gruppo, quello che riguarda Samuel Kuffour. Per il primo si aspetta che il Real formalizzi l'offerta, con il brasiliano è stata preannunciata la linea dura. Il ghanese ha rotto con il tecnico di Certaldo. Restano dunque gli affidabili: come dire, i fedelissimi. Partendo da Francesco Totti, Spalletti non farebbe mai a meno dei vari Perrotta, De Rossi, Mexes, Cufrè, Panucci, Bovo, Tommasi e Taddei. Discorso a parte meriterebbe Chivu, spesso finito nell'occhio del ciclone della critica e dei tifosi. Il rumeno è stato sempre pubblicamente difeso, persino di fronte a prestazioni a dir poco scadenti come le ultime. Anche Aquilani ha grandi possibilità di restare titolare fisso con il nuovo (obbligato) modulo, almeno fino a quando tornerà a pieno regime Montella. Perché Dacourt è al passo d'addio e Kharja non si è dimostrato ancora pronto per la serie A. Per tutti, musi lunghi e intoccabili, è comunque prevista la ripresa a Trigoria per venerdì 30 dicembre, al termine di otto giorni complessivi di riposo. Non ci saranno Kuffour (impegnato in coppa d'Africa, sarcasticamente Spalletti di lui ha detto che «tornerà quando gli va») e Nonda, che la prossima settimana comincerà la rieducazione dopo l'intervento al menisco. Per entrambi, anche se con motivazioni diverse, il rientro è previsto per metà febbraio. Altro grande punto interrogativo riguarda Montella. Intanto l'amministratore delegato della Roma Rosella Sensi ha risposto ieri attraverso il sito internet della società giallorossa alle dichiarazioni rilasciate dal presidente del Palermo e vice-presidente di Lega, Maurizio Zamparini. Secondo il vulcanico numero uno del club siciliano, la Roma sarebbe una Ferrari senza un top driver alla guida. «Non sapevo di avere in Lega un esperto dei trasporti su gomma. In realtà la guida di un bolide richiede sacrificio e allenamento, ma la prima condizione è il rispetto del codice della strada. Io sto sicuramente imparando e quando si parla di Roma accetto ogni valutazione da parte dei miei tifosi, ma sono meno incline a consentire ingerenze gratuite a chi tra l'altro dovrebbe rappresentarci tutti con misura e senso dell'istituzione Lega. Al patentato Zamparini, comunque, dopo anni di guida più o meno spericolata, esprimo solo l'auspicio che a Palermo si dedichi alla guida sicura, visto che la famiglia Sensi ha nel cuore anche il rosanero».

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