«È Schumi il futuro della Ferrari»
Ma per noi Michael Schumacher non è solo il presente della Ferrari. È anche il futuro. Per la voglia, la determinazione e i numeri che ha resta il migliore». Insomma, Luca di Montezemolo sa che l'ultima parola spetta a chi mette le mani al volante. Ma la Ferrari è convinta che Schumacher se vuole ha ancora molte cose da dire in Formula 1. Per molti anni. Pista di Fiorano, tradizionale cena per lo scambio di auguri tra Montezemolo, Jean Todt e i giornalisti italiani che seguono la F.1. Dopo sei anni straordinari, è la prima volta che al centro della grande tavolata c'è una vettura che non ha vinto nè il titolo piloti nè quello costruttori. È quella F2005 che è stata protagonista di «un brutto anno», dice Montezemolo, nonostante Rory Byrne e Ross Brawn l'avessero presentata come «la Ferrari migliore di sempre». «E si sono sbagliati — ammette Montezemolo — ma ci farà bene, a tutti noi, dal presidente in giù. Serviva un bagno di umiltà. Ma questa macchina, va detto, non era un catorcio». È il solito esuberante discorso quello di Montezemolo, che però parla solo da uomo Ferrari e uomo Fiat. Non da Confindustria: «Lo scontro verbale tra Berlusconi e Della Valle in tv non l'ho visto. Per chi tifo? Ma io sto con Schumacher», è l'unica battuta che si concede. Vuole parlare di sport e di commercio. Lo fa senza lesinare battute, come quelle a Ron Dennis: «Ha detto che Hamilton, il pilota di colore, la Ferrari non lo prenderebbe mai. Ma chi glielo ha chiesto?». O a Flavio Briatore: «Ma il manager di Alonso chi è?», chiede senza nominare il boss della Renault. Ma il riferimentto è all'annuncio clamoroso del passaggio dello spagnolo alla McLaren nel 2007, auspice la Vodafone, che da quell'anno lascia proprio la Ferrari, del quale Briatore ha detto di non averne saputo nulla: «Ho letto un articolo molto duro sull'Equipe. Se noi facessimo una cosa del genere il 90% di voi ci crocifiggerebbe. Io credo che certi annunci andrebbero fatti più avanti. Quello di anticipare di un anno è una strategia che la Ferrari non persegue». E poi un cenno a Valentino Rossi: «Se va in F.1 non verrà per fare il comprimario. Quando deciderà, dovrà provare almeno un paio di mesi di fila per capire se potrà vincere».