Alberto: «Giorgio è un grande per come scia può vincere sempre»
Il bolognese era un fuoriclasse assoluto, con un talento impareggiabile e una fame di vittorie senza eguali. Rocca, che a differenza del suo predecessore è esploso più tardi anche a causa di alcuni infortuni che ne hanno rallentato la crescita, è comunque un campione a tutto tondo: si è costruito pian piano, ha scacciato i fantasmi del dopo-Tomba di cui era stato investito troppo presto ed è diventato l'uomo da battere. Tomba ha vinto 35 slalom, Rocca 9: e allora? Tomba sta lassù, Rocca lavora ancora per arrivarci ma sa già che non potrà raggiungere quei livelli. Non si deprime, però: si allena per vincere una gara dopo l'altra, con assoluto rispetto verso chi lo ha preceduto. I due, da anni, si sentono spesso: uno regala consigli, l'altro ascolta. Mai gelosi l'uno dell'altro: «Giorgio è un grande da tempo: doveva solo convincersi di poter essere continuo — ha detto più volte Tomba — per come scia, può vincere sempre. Ed è anche bello a vedersi, stilisticamente quasi perfetto». Un'incoronazione vera e propria. Ieri, l'Albertone ha rimesso in circolo le sue massime. «Grande Giorgio, davvero. Lo dicevo fin dai miei tempi che non c'è due senza tre, quando infilavo una vittoria dietro l'altra. Poi c'era anche non c'è due senza tre e la quarta vien da sé. E ancora: non c'è due senza tre, la quarta vien da sé e la quinta è già vinta». Guascone, certo non poeta. L'importante è che Rocca prosegua e che si tenga in serbo il colpo grosso per le Olimpiadi di Torino 2006: finora ha collezionato tre bronzi mondiali, ma nessuna medaglia olimpica. È ora di colmare la lacuna. D. Lat.