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La Lazio non decolla

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Forse il freddo, forse la paura di perdere, fatto sta che questo Lecce-Lazio sarà dimenticato presto. Delio Rossi ha il problema di sostituire Di Canio, e manda in campo Goran Pandev. Manfredini continua a fare le veci di Cesar, e Keller, visto discretamente contro la Juventus, presidia l'out di destra della metà campo. Il Lecce, tornato da qualche tempo al tridente di stampo zemaniano, si presenta con Pellè (e non Cozzolino) insieme a Vucinic e Konan, con Valdes impegnato nel ruolo di suggeritore affiancato da due faticatori dai piedi abbastanza spigolosi (Marianini e Delvecchio, che non ha niente da spartire con l'ex romanista), e Benussi in porta al posto dello squalificato Sicignano. La partita fatica parecchio a decollare, anzi, per 13 minuti di fatto è come se le squadre in campo aspettassero qualche segnale divino per iniziare davvero a giocare: va bene studiarsi, ma Lazio e Lecce eccedono nella teoria, rinviando la pratica. Il primo a scaldare l'ambiente è Liverani, che al 14' finalmente impegna Benussi con un tiro da fuori, non pericolosissimo, ma che il giovane portiere giallorosso devia in corner con qualche impaccio. Al 19' Liverani pennella un lancio di 40 metri per Rocchi, che viene però anticipato da Benussi. Si tratta dell'ultima azione interessante della Lazio, che poi inizia a subire la pressione dei padroni di casa, che spingono con costanza pur senza riuscire a creare reali pericoli. Dabo e Liverani, in cooperazione (il primo con un passaggio avventato, il secondo non badando a Marianini che gli arriva alle spalle), perdono palla al limite dell'area biancoceleste al 22', Valdes suggerisce una buona verticale a Pellè, Siviglia è costretto agli straordinari per tappare la falla a due passi da Peruzzi. La pressione dei salentini costringe gli ospiti a qualche fallo di troppo (Dabo e lo stesso Siviglia vengono ammoniti nel giro di cinque minuti, e il francese, diffidato, salterà la prossima partita); al 34' Vucinic confeziona una bella azione sulla sinistra, mandando in tilt Oddo, ma il conseguente tiro finisce alto. Nella ripresa Rossi cambia un po' di carte in tavola: Keller, non al meglio, si accomoda fuori, Oddo avanza a centrocampo e Belleri si inserisce sulla linea difensiva. Ma la mossa non è propriamente un crack: la Lazio sulla destra continua a non trovare sbocchi. L'uomo che prova a scuotere i biancocelesti, con cambi di ritmo interessanti, è Rocchi: al 12' una sua discesa sulla sinistra semina il panico nella metà campo salentina, ma il cross basso non trova maglie della Lazio in mezzo all'area. Il Lecce non si limita a guardare: al 15' Vucinic innesca Valdes a sinistra, il cross del cileno viene toccato da Delvecchio sottomisura, la palla va lontana dallo specchio. Al 18' Pellè, assistito da Konan, si esibisce in una bella rovesciata, fuori di poco. Al 24' la Lazio imbastisce l'azione migliore della sua partita: Liverani tocca centralmente per Rocchi, che è bravo a smarcare al tiro Pandev, ma la conclusione di quest'ultimo è fiacchissima. I biancocelesti crescono, al 26' Liverani lancia benissimo per Rocchi, che viene anticipato ancora da Benussi. Nel Lecce entra Cozzolino al posto di Pellè, ma il volto della partita non cambia certo. E non cambia nemmeno quando Lops, arbitro esordiente in serie A, fa il pignolo e ammonisce due volte Vucinic nel giro di pochi minuti, spedendo il serbo a farsi una doccia anticipata. La Lazio non approfitta come potrebbe del vantaggio numerico, anche se Liverani al 90' inventa un pallonetto che costringe Benussi a un mezzo miracolo. Un punto a ciascuno e via, in fondo Natale arriva per tutti.

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