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Anche Di Canio al sit-in: «Denuncio chi mi calunnia»

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Il numero nove ha deciso di passare al contrattacco: ha affidato il mandato al prof. Consolo per tutelare la «sua onorabilità» nelle sedi opportune. «La misura è colma, da un gesto che ha per me unicamente una valenza sportiva, alcuni vogliono cercare di screditare la mia persona. Il ricavato di tale iniziative sarà da me devoluto in beneficenza alla Sospe, la casafamiglia di suor Paola». Di Canio è pronto anche a ricorrere contro l'ammenda di 10 mila euro e a intraprendere altre iniziative per dimostrare come il suo gesto, «lontano da intenti discriminatori», rientri nella libertà d'espressione: il club, entro il 27, presenterà infatti reclamo ma solo contro la pena pecuniaria a carico della società «per responsabilità oggettiva». Non è escluso che in futuro si possano valutare azioni anche contro gli organi istituzionali per fare piena luce sulla vicenda. Gli Irriducibili hanno diramato un comunicato in cui specificano che «quel gesto è stato interpretato in modo strumentale, da un giudice condizionato dalle pressioni esterne». E ieri sera a Lecce, nel settore ospite, i tifosi hanno salutato «romanamente» il loro idolo assente. Mercoledì nella curva triestina è infine comparso uno striscione a favore del giocatore («Un saluto romano a Di Canio») fatto rimuovere da Tonellotto. Fab. Mar.

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