Sull'interesse del Real Madrid «Cinque milioni sono pochi, la situazione va analizzata a gennaio»
Se nonostante l'avvilente posizione di classifica per la sua gestione non è ancora tempo di bilanci, l'ultima gara di un anno solare da cancellare offre a Luciano Spalletti l'occasione per stilare un consuntivo prima della lunga sosta natalizia. «Potevamo di fare sicuramente meglio ma siamo stati anche poco fortunati. Credo che avremmo meritato un'altra classifica. Abbiamo colpito molti pali ma è soprattutto nelle piccole situazioni che si poteva ottenere di più. Non sempre abbiamo potuto schierare la squadra titolare, ma siamo vivi». Anche lui ammette di aver sbagliato. «Ognuno, nessuno escluso, ha le proprie responsabilità. Dal 2006 mi aspetto di completare il lavoro, avere idee chiare e dare messaggi chiari alla Roma e a chi interessa la Roma. Vorrei notare dei progressi e vedere sempre una squadra che lotta. Io, comunque, continuo a cogliere molti segnali positivi». La partita di Genova potrebbe aver tracciato la strada per l'avvenire. Costruire la Roma del futuro attorno ai giocatori romani. «È una soluzione che si può percorrere. Alcuni sono buoni calciatori, altri hanno buone prospettive, ma ci vuole pazienza». Oltre ai giovani, ci sarà però da risolvere alcuni problemi spinosi che la Roma continua a trascinarsi. A cominciare da Cassano. Il tecnico parla da dirigente, prendendo posizione sull'ipotesi di cessione già nel prossimo mercato di gennaio. Ieri a Radio Centro Suono l'emissario del Real Ernesto Bronzetti ha detto che «non ci sono stati contatti con Bozzo né con la Roma. Il giocatore interessa al Real. Se verrà dato il via libera dal presidente Perez e dal Cda, i primi ad averne notizia saranno i Sensi». Senza attacco fino a tempo indeterminato, Spalletti resta quindi in posizione di attesa. «Cinque milioni di euro non mi sembrano molti. Ci sono diverse situazioni da tenere in considerazione: il pericolo di perdere il giocatore a parametro zero, la possibilità che qualche società importante venga a fargli proposte allettanti e che lui decida di cambiare squadra. Bisogna valutare le eventuali proposte: se arriva una società che offre una "bischerata" e lui continuerà a non voler firmare il contratto, da parte mia non posso dare l'assenso al trasferimento. Non so quale sarebbe l'offerta giusta per il suo valore effettivo e della trattativa con il Real Madrid non mi è stato detto niente». Si passa poi a Mancini, un altro obiettivo di mercato di importanti club. L'allenatore lo stima da tempo, ma sulla sua situazione Spalletti è intransigente. «Per me ci sono parecchi giocatori incedibili. Lui è uno di quelli che da qui non si muoverà, ha ancora un contratto lungo. Mancini è un ragazzo serio che può avere dei turbamenti ma se è contento o meno di restare mi interessa poco. Qualcuno non lo andrò a pregare; ad altri, invece, imporrò le cose e per Amantino sarà così». L'allenatore invece cambia espressione quando si parla di Kuffour. Tra il ghanese e Chivu sembra essersi creato uno strano dualismo. Nel rapporto con il tecnico sembra essersi rotto qualcosa: «Tra i due difensori scelgo sempre entrambi. Ho parlato con Kuffour, se si allenerà con la squadra verrà preso in considerazione. Quando mi dice che non ce la fa devo prenderne atto e basta». C'è tempo anche per parlare della partita con il Chievo. «È una squadra in grande salute che sta facendo benissimo. Conosco bene il suo allenatore Pillon, sono stato suo compagno a La Spezia. Noi però siamo sulla strada giusta. Le insidie ci saranno, ma vogliamo riproporre quanto dimostrato a Genova e credo di continuare su quella strada. Nel ruolo dei tre attaccanti più bassi ci vuole molta interscambiabilità e Perrotta ha qualità di corsa e nell'attaccare gli spazi. A Tommasi, ad esempio, non posso chiedere di saltare l'avversario sulla fascia, ma certamente di inserirsi con i tempi giusti come lui sa fare».