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di GIANFRANCO GIUBILO LA sera del congedo, degli auguri più o meno sinceri e sentiti, dei buoni propositi ...

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Non particolarmente esaltanti, questi obiettivi, per la Roma che viaggia a poco più di un punto a partita, una media appena sufficiente per solennizzare, se non fosse il caso, per una salvezza neanche troppo disinvolta. Questa sera i lupetti giocano per chiudere la prospettiva di un piccolo raggio di luce un anno solare da chiudere al più presto nel cassetto degli incubi: nato maluccio, attraversato dalla sofferenza per lo spettro incombente della serie B, passato per le speranze di riscatto dettate dalla nuova guida tecnica e dalla conclamata ritrovata compattezza dello spogliatoio, fino ad arrivare a un ennesimo periodo di rari lampi e troppo frequenti momenti bui. Il calendario iniziale sembrava un pacco regalo, ha portato invece più amarezze che motivi di conforto, paradossalmente sono stati gli impegni meno promettenti, Juventus a parte, a propiziare i momenti migliori. E forse non è una disgrazia, riferendosi a questi parametri, che a salutare l'imminente Natale scende all'Olimpico il Chievo: non soltanto stabile nelle zone alte della classifica ma spesso in grado di proporre pesanti difficoltà anche a squadre di altissima quotazione. Bepi Pillon, tecnico che a saputo lasciare un'impronta in tutte le formazioni da lui allenate, è arrivato alla Serie a per vie traverse: aveva guidato alla promozione, grazie anche alle disavventure di Genoa, Torino e Perugia, quel Treviso che aveva preso per mano quando era già quasi retrocesso, ma il Chievo gli aveva offerto una panchina che non sarebbe stato facile rifiutare. Pillon non ha modificato la sua filosofia, il risultato attraverso il gioco re il credo incondizionato verso un progetto tattico che impone rigore nella preparazione e negli atteggiamenti mentali. Contro questa bellissima realtà provinciale, la Roma deve far fronte all'ennesima situazione di emergenza, un asola punta a disposizione di Spalletti, quel Francesco Totti che preferirebbe un'altra collocazione tattica ma che al solito è disponibile al più convinto impegno. Fuori a lungo termine Montella e Nonda, Cassano infortunato ma anche prigioniero di una situazione irreale, Cufrè indisponibile, restano i piccoli misteri sulle reali condizioni di Kouffur e Mancini, misteri alimentano non dai soliti »riportini»; ma dello stesso Spalletti, che vede ombre provenienti dall'imminente Coppa d'Africa e dalla voglia di riscatto del brasiliano, che per altro avrebbe, una chance di giocare. E che Spalletti non vuole veder partire.

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