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Nuova protesta dopo l'arbitraggio di Genova tramite il ds Pradè al Consiglio di Lega

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Eppure il pareggio di Genova, che ha fatto seguito alla vittoria contro il Basilea in coppa Uefa, getta una luce nuova sulla stagione fin qui assai deficitaria e deludente della Roma. Nell'1-1 con la Sampdoria, oltre all'enorme ingenuità di Chivu, ha inciso ancora una volta l'arbitro. In società il ripetersi di alcune direzioni arbitrali avverse (l'ultima quella di Rocchi) ha fatto tutt'altro che piacere. Da Livorno, a partire dalla terza giornata, ci sono stati una decina di episodi incriminati, che interpretati diversamente avrebbero potuto portare qualche punto pesante in più. Ieri in Lega Calcio il direttore sportivo Daniele Pradè ha avuto modo di esporre ai massimi dirigenti della Confindustria del calcio tutto il rammarico della società, che si sente defraudata dall'operato delle ex giacchette nere. Nessun atto formale, ma una richiesta di attenzione e tutela maggiore a quel che succede domenicalmente. Con qualche attenuante ma senza la vittoria, che manca in campionato dal 6 novembre scorso, domani con il Chievo Luciano Spalletti si augura di riproporre la stessa squadra compatta e dedita al sacrificio vista all'opera contro i blucerchiati. Una Roma operaia, guidata per mano dalla sua stella di prima grandezza. Francesco Totti è una delle poche certezze che ha l'allenatore in un momento in cui stringere i denti con concretezza. Se il Totti «tuttocampista» non è più una sorpresa, vedere il capitano fare reparto avanzato da solo e mettersi al servizio della squadra in un momento di assoluta emergenza, ha rincuorato il tecnico. Soprattutto perché per qualche altra partita, il tema tattico rischia di essere questo. Perché? Basti solo pensare a quattro nomi. Cassano, Montella, Nonda e Mancini. Quando saranno nuovamente a disposizione? La squadra potrà riavere il suo attacco titolare e i relativi cambi soltanto a gennaio inoltrato. Le alternative alle punte restano quindi i centrocampisti. Che nella Roma hanno più o meno tutti le stesse caratteristiche. De Rossi, Aquilani, Perrotta, Tommasi e Taddei: 40 gol complessivi su 611 partite in serie A non sono certamente una grande garanzia in area di rigore avversaria. L'allenatore ha ringraziato coloro che a differenza di altri hanno stretto i denti per il bene del gruppo. «Da ora in poi andremo avanti solo con chi dimostrerà in allenamento e in partita la volontà di rendersi utili alla causa». Domani all'Olimpico arriva il Chievo e il tecnico sarà di nuovo costretto a fronteggiare l'emergenza. Senza tutti gli attaccanti (Totti escluso, ovviamente), quasi sicuramente resteranno fuori anche Cufrè e Kuffour. Il ghanese, convocato in nazionale per la coppa d'Africa, ieri ha lavorato in maniera differenziata ma lamenta ancora qualche acciacco che difficilmente gli consentirà di essere in campo. Di nuovo spazio dunque al 4-2-3-1 fortemente atipico, con De Rossi e Aquilani interni e Tommasi (o Rosi), Perrotta e Taddei di supporto a Totti. Praticamente scontata anche la difesa. Se recupererà appieno dal problema alla caviglia destra, Panucci sarà regolarmente al suo posto, in linea accanto a Mexes, Chivu e Bovo. Discorso a parte merita Doni. Il portiere si era infortunato alla mano destra nei minuti finali del primo tempo con la Samp e ha poi riportato anche un trauma alla spalla che mette in preallarme Curci.

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