Mamma Pantani: «Marco è stato ucciso»
Non si può morire in quel modo, cadendo giù dal letto, dritto. La posizione in cui è stato trovato non è naturale. E poi non si può devastare una stanza ed avere le mani senza un graffio. Anzi i graffi, a dire il vero, ce li aveva, ma sul viso...». Mamma Tonina non crede che suo figlio, il «Pirata», sia morto per un mix di droga e farmaci il giorno di San Valentino del 2004 in un residence di Rimini. «Un giorno, prima della sua morte - racconta la mamma - Marco si era recato in profumeria per comprare un cosmetico, una specie di fard per coprire i graffi. Perché nessuno si è chiesto chi gliel'aveva procurati? E come la mettiamo con i segni sul collo? Aveva due piccoli triangoli all'altezza della giugulare, come se qualcuno avesse premuto con le dita proprio in quel punto». E poi, prosegue, «non si è mai parlato del cappellino dal quale non si separava mai: perché non è stato più ritrovato? Nella stanza sono sparite anche delle calze, ed io non posso pensare che siano tutte coincidenze. Io penso che le cose siano andate più o meno così: lui era di spalle ed è entrato qualcuno da dietro, che lo ha afferrato per il collo e gli ha messo in bocca della cocaina. Ecco, Marco è morto così. Poi, sempre quel qualcuno ha risistemato per benino la stanza e tutto il resto». A distanza di quasi due anni, la speranza di mamma Tonina è «che la verità venga a galla. Io temo che, per far questo, si debba anche riesumare il corpo di Marco, e non so se riuscirei a sopportarlo».