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A Torino 2006 l'azzurro è il grande atteso: «Voglio vincere slalom e gigante»

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In slalom, ed è una notizia che ci riporta dritti ai tempi di Alberto Tomba, sarà lui l'uomo da battere. Sempre che — ed è giusto incrociare le dita — le sue condizioni di forma restino quelle attuali e non crescano troppo quelle degli avversari. Altrettanto onestamente va però detto che, pur mancando due mesi alle Olimpiadi, il parco dei rivali è quello visto nelle ultime settimane: Raich e Palander sono più o meno sul livello del nostro carabiniere, gli altri paiono un gradino più sotto. «A Torino 2006 voglio gareggiare il più possibile — ha detto ieri Rocca — non solo in slalom e in combinata ma anche in gigante». Detto di Rocca, il cui primo successo in Coppa del Mondo risale al 19 gennaio 2003 sul mitico tracciato di Wengen, vale la pena farsi una domanda: quanti altri italiani potranno puntare a un piazzamento sul podio dei Giochi? Non troppi, ma qualcuno sì. Proviamo a identificarli, allora. In campo maschile, il più accreditato è senz'altro Massimiliano Blardone: gigantista puro, piemontese soprannominato «Pollicino» vista la sua corporatura minuta, è nell'età giusta (classe 1979) e avrà di fronte l'occasione della vita. In quanto a classe, non si discute. La testa è migliorata, la capacità di reggere alle pressioni anche: se si convincerà di poter attaccare in entrambe le manche, darà davvero fastidio a molti. Sempre nella stessa specialità, un'occhiata la merita anche Davide Simoncelli: anche lui ha all'attivo una vittoria in Coppa del Mondo e una decina di piazzamenti tra i primi dieci. Se azzeccherà la giornata giusta, potrebbe fare il botto anche lui. Ci sarebbe da finire qui con i maschietti: in realtà, un sorriso di simpatia e incoraggiamento lo merita senz'altro Kristian Ghedina, 36 anni sul groppone e tanta voglia di stupire ancora. Difficile che accada, visto lo strapotere austriaco e il suo fisico non più freschissimo: l'orgoglio però a volte fa miracoli e chiudere in casa potrebbe spingere l'ampezzano all'ultimo miracolo della sua carriera. In campo femminile, non possiamo vantare su un fuoriclasse tipo Rocca. Meglio: se i guai fisici non avessero condizionato e non continuassero a condizionare una come Karen Putzer, potremmo aprirci a speranze dorate (ieri operata all'anca ma tra qualche giorno sarà pronta). Visto però che la Fatina di Nova Levante continua ad avere dolori assortiti, meglio aspettare. Su Lucia Recchia, argento iridato in superG lo scorso febbraio a Bormio, è invece lecito puntare: per il momento, l'azzurra è rimasta ai box dopo una brutta caduta. Ma nei prossimi giorni tornerà sulla neve: il tempo per recuperare non manca. Poi ci sono loro, Isolde Kostner e le sorella Fanchini: la prima, che ai Giochi vanta otto medaglie (ma nessun oro) e che in Coppa del Mondo ha già trionfato quindici volte, sarà al suo passo d'addio e vorrà ben figurare. Crescerà piano piano fino a febbraio. Le Fanchini, invece, sono all'inizio di una carriera che tutti pronosticano lunga e vincente: Elena ha anche vinto recentemente la sua prima gara di Coppa del Mondo, Nadia ha mostrato mirabilie tra le Juniores e, sempre a Bormio, ha sfiorato il podio in superG piazzandosi quarta. Se poi riuscirà a qualificarsi e a dimenticarsi di tutti i guai fisici che le hanno fatto perdere l'intera passata stagione, attenti a Denise Karbon: con quel sorriso e quella sciata perfetta per il gigante, farebbe innamorare di sé l'Italia intera.

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