INTERVISTA A RECALCATI CT DEL BASKET AZZURRO
«Certo se me lo chiedessero — dice Carlo Recalcati, Ct azzurro e tecnico della Montepaschi Siena — non mi tirerei indietro. Ormai a 60 anni ho raggiunto il giusto equilibrio e la necessaria serenità per capire gli interessi di tutti. Lo dico chiaramente. Io voglia il bene della pallacanestro e in questa situazione non pendo nè per la Fip, nè per la Lega. Vorrei che si arrivasse ad un accordo per il bene del nostro sport». Nel giorno in cui ha illustrato al Consiglio Federale il programma di avvicinamento ai prossimi Mondiali che si giocheranno ad agosto in Giappone, Recalcati fa quindi professione d'equilibrio. «Sono convintissimo che serva più il talento che le regole per giocare. Mi rendo benissimo conto che però vadano anche creati i presupposti perchè i giovani italiani, e non parlo certo di Belinelli o Bargnani che sono baciati dal talento, abbiano spazio. Più che regolamentare bisognerebbe incentivare chi punta sulla linea verde, creando dei campionati minori che sia serbatoi e non un cimitero d'elefanti. Ma per fare questo servono soldi». Ed il Recalcati versione Ct deve invece fare i conti con i tagli continui che portano le Federazioni a razionalizzare al massimo i loro sforzi. «Questo lo sappiamo e con il Settore Squadre Nazionali abbiamo impostato ormai da qualche anno un lavoro che dovrebbe portarci a centrare il nostro grande obiettivo: un ricambio generazionale di qualità. L'opera è cominciata ma andrà completata, senza rivoluzioni improvvise. Abbiamo visionato 79 giocatori Under 20. Non dico che tra loro ci siano tutti ragazzi che potranno vestire la casacca della nazionale maggiore, ma oggi sono più ottimista di tre anni fa». Ed il Mondiale è il prossimo appuntamento. «Vorrei far tirare il fiato a quei veterani che da anni si sacrificano per l'azzurro. Questo se la fortuna ci aiuterà e non ci saranno infortuni. Il gruppo da cui selezionare i 12 ce l'ho in mente ed è evidente che toccherà anche a ragazzi che fino ad ora erano al margine come Belinelli e Bargnani, accanto a chi già c'è come Gigli e gli altri». Recalcati chiude poi citando il suo giocatore simbolo. «È Soragna. E vorrei che nel sommerso del nostro basket si capisse che potrebbe esserci un'opportunità per tutti. Lui veniva dai campionati minori, ed è arrivato all'azzurro a 27 anni creandosi una nuova dimensione da giocatore vincente. Se le cose si vogliono, si possono ottenere».