FAIR PLAY
In questo modo sarebbe stato più chiaro definire a posteriori se l'Italia aveva avuto un sorteggio facile o difficile. Quando l'Italia del tennis giocava in serie A, facevo lo stesso giochino alla vigilia del sorteggio di Coppa Davis allineando le varie ipotesi dalla più facile alla più difficile. Ricordo che per tre anni consecutivi l'Italia ha avuto in sorte proprio il compito che io avevo giudicato più agevole e questa è stata una delle ragioni che ci ha consentito di resistere nel gruppo più importante fino al 2000. Dico questo perché ho letto e sentito pareri molto discordi sulle difficoltà che la nostra squadra dovrà affrontare in Germania. Qualcuno (questo giornale, ad esempio) ha definito il nostro un «girone di ferro», altri (Sandro Mazzola) ha detto che siamo stati fortunati. Dovendo scegliere un metallo io ne avrei adoperato uno più malleabile ma sono quelle discussioni tanto inevitabili, quanto inutili. Per fortuna lo sciopero dei giornali (al quale non ho mai partecipato) ci ha risparmiato la valanga di pareri che accompagna sempre queste situazioni. La più classica e stucchevole è quella che segue ogni estate la compilazione del calendario della serie A. Se fossero usciti tutti i giornali avremmo avuto il piacere di conoscere, sul girone dell'Italia, il parere di Platinette o di qualche altro autorevole opinionista. E' andata bene così. Personalmente credo che non ci si possa lamentare, nel senso che poteva andare meglio ma anche peggio. Credo che sia abbastanza diffuso e giustificato il parere che sulla base dei valori individuali, dei risultati più recenti e tutto sommato anche della tradizione, l'Italia possa ragionevolmente aspirare ad un posto in semifinale, dopo di che qualsiasi risultato dovrà essere considerato accettabile. In questa ottica non abbiamo il diritto a considerare difficile il nostro girone. Non sarebbe corretto pesare il valore delle varie squadre sommando le buste paga dei giocatori che le compongono perché in questo caso dovremmo essere promossi senza giocare. I nostri calciatori hanno la fortuna di giocare in un paese in cui i parametri economici sono esagerati ma lo stipendio non li rende più bravi, solo più privilegiati. Senza trascurare i progressi del calcio africano mi rifiuto di considerare difficile la partita con il Ghana anche se il calcio (ed è una delle ragioni del suo fascino) su una partita singola può produrre qualsiasi risultato. Ancora più semplice, almeno in linea teorica, mi sembra l'impegno con gli Stati Uniti. Ovviamente è la Repubblica CeCa l'avversario più impegnativo, perché ha una tradizione e giocatori che ci conoscono meglio. È probabilmente un vantaggio incontrarla per terza perché i meccanismi diabolici del girone possono anche consentire di fare dei calcoli. E' lo stesso discorso che riguarda anche la formula della Champions League ed è lo stesso motivo che mi induce a preferire, in tutti gli sport dove è possibile, il sistema dell'eliminazione diretta.