di LUCA CATTANI MILANO — Un derby a basse temperature.
Dunque, per entrambe, oltre al prestigio cittadino, ci si gioca pure l'opportunità di rimanere agganciati al treno scudetto. L'Inter non vince il derby da 10 gare. Tra l'altro, l'anno scorso, appena un pareggio e 3 sconfitte (con 0 gol all'attivo). Mancini bada al sodo e ripropone una formazione molto simile a quella che l'anno scorso inanellò una lunga serie positiva. Fuori Figo, in mezzo al campo Cambiasso e Cristiano Zanetti, con lo spostamento di Veron sulla destra. In sostanza, saranno Julio Cesar e Samuel le uniche facce nuove. Nel Milan, Ancelotti è alle prese con un'emergenza in difesa praticamente totale: a Cafu si sono aggiunti anche i nomi di Maldini e Costacurta. Perciò, il tecnico, ha dovuto aggregare anche il «primavera» Marzoratti. Nesta, Stam e Serginho sono certi di una maglia, Simic è in vantaggio su Kaladze per l'ultimo posto disponibile. «Ho qualche dubbio solo sulla sostituzione di Maldini», ha ammesso Ancelotti. Con il croato, sarebbe Stam-Nesta la coppia centrale. Optando per il georgiano, invece, l'olandese finirebbe a destra. A centrocampo, confermato il rombo tipo Pirlo, Gattuso, Seedorf, Kakà. In avanti invece, Shevchenko e Gilardino, anche se qualcuno ancora non ha abbandonato l'idea di vedere in campo Vieri dall'inizio. Il tecnico rossonero conosce bene i rischi di un eventuale sconfitta e, perciò, del possibile meno 11 dalla Juventus: «Un passo falso renderebbe la rimonta ancora più dura, bisogna fare pochi calcoli». Secondo molti potrebbe essere la serata dell'ex di lusso Vieri: «Prima di fine stagione sarà protagonista e gli auguro di esserlo anche con l'Inter». Ancelotti deve fare i conti con l'emergenza difesa e con un Adriano da annullare: «L'Inter è una squadra solida, ha una sua quadratura difensiva e sta ritrovando il suo giocatore migliore, Adriano. Noi abbiamo qualche problema in difesa con gli infortuni visto che Maldini, Cafu e Ambrosini sono indisponibili, ma, in ogni caso, il nostro morale è alto». Uno stato emotivo sicuramente rafforzato dal successo sullo Schalke 04 in Champions League: «Eravamo davanti ad un bivio ma con lo Schalke l'abbiamo superato. Gli abbracci con Galliani? Erano legati al fatto che avevamo passato il turno, non a mie difficoltà nel portare avanti la stagione, difficoltà che non ci sono. Evidentemente c'è stato qualche equivoco, dovuto al fatto che i giocatori hanno letto troppo i giornali. Ad esempio, le parole di Kakà sono state mal interpretate: non c'era nessuna avvisaglia nei miei confronti». Milan in difficoltà, ultimamente, sulle palle inattive: «In questo momento c'è un po' di apprensione. Nella nostra area c'è Shevchenko perché a centrocampo e sulla trequarti non abbiamo abili saltatori. Del resto, su calcio piazzato i gol li prendono tutti, li facciamo anche noi. L'anno scorso in Coppa contro l'Inter abbiamo fatto due gol su calci piazzati». Il Milan parte con il favore dei pronostici. Almeno così lascia intendere Roberto Mancini: «Credo che rimangano loro favoriti. E lo dico per un motivo logico: ci precedono in classifica di due punti: per cui sono leggermente favoriti. Però, come accade spesso nei derby, ciò non conta. Sono gare dalla storia particolare». Il tecnico annuncia una squadra alla ricerca dei tre punti, ma con estrema attenzione: «Dobbiamo vincere, ma è importante giocare una partita molto attenta e affrontarla con tranquillità. Chi perde è tagliato? Ci sono ancora tante partite e anche la Juve prima o poi rallenterà». Intanto, al tecnico rimane il rammarico di non poter schierare la formazione migliore: «Abbiamo tre punte a disposizione, non c'è molto da scegliere. Purtroppo Recoba, che stava molto bene, ha avuto problemi fisici, così come Materazzi in difesa». Il tecnico ripensa ai derby dell'anno scorso, rivendicando quanto di buono fatto dai suoi: «L'anno scorso non c'è mai stata una delle due squadre superiore all'altra. Sono state gare equilibratissime, risolte da un episodio o da un gol venuto fuori dal nulla».