LO SPIGOLO

La serie dei tre test contro i British Lions, il Tri-Nations, i match autunnali contro le Home Unions britanniche per il grande Slam avranno diviso le emozioni del gigante di origini samoane. Da una parte la gioia di tutti i neozelandesi, per i quali le vittorie degli All Blacks hanno un significato trascendente, dall'altra l'amarezza del campione dimenticato, del guerriero ferito. Cosa avrà provato Lomu vedendo i suoi compagni danzare la Kapa 'o pango guidati dal suo «fratellino» Tana Umaga davanti al XV dell'Inghilterra sull'erba di Twickenam prima di un match che è già storia? Quante volte avrà maledetto la malattia che lo ha allontanato dalla gloria, dalle vittorie, dai suoi compagni? Non lo sapremo mai. Jonah Lomu ha chiuso tutte le emozioni dentro un baule e ha ripreso a lavorare per tornare in campo. Dopo tre anni e mezzo di malattia, una rara forma di nefrite, dopo un trapianto di rene voluto con la stessa determinazione con cui travolgeva gli avversari che stavano tra lui e la linea di meta, dopo illusioni e delusioni cocenti, il momento è arrivato. Oggi alle 14 (diretta Sky Sport 2) sul campo di Calvisano i piedi di Jonah riempiranno di nuovo le scarpe da gioco dell'inarrestabile Lomu, l'ala più forte del mondo. A dargli questa opportunità i Blues di Cardiff, la squadra gallese per la quale Lomu ha firmato un contratto di sette mesi per rodarsi nel rugby europeo ma con una sola idea in testa tornare a giocare in Nuova Zelanda e guadagnarsi la convocazione degli All Blacks. Sarà proprio una squadra italiana a fare da cornice al rientro del numero 11 più famoso del mondo ovale, il Calvisano che ospiterà i Blues in un match valevole per la Heineken Cup. Il campo sportivo San Michele avrà problemi a sopportare la presenza degli spettatori attirati dal ritorno del giocatore di rugby che più di ogni altro ha attirato l'interesse dei media e di milioni di neofiti su questa disciplina. «Questo è l'inizio del nuovo Jonah — ha annunciato un trionfante Lomu — e devo ringraziare l'allenatore dei Blues, Young, per avermi concesso la sua fiducia. Ho lavorato duramente per non deluderla, ho aspettato questo momento per anni ed ora che è arrivato sento tutta l'energia dentro di me pronta ad esplodere». A sei mesi dal match-esibizione per il ritiro di Martin Johnson, Lomu, che va recuperando la migliore forma fisica avvicinandosi al suo peso forma dopo mesi di lavoro intensissimo, avrà al suo fianco un altro ex-All Black, il n.8 Xavier Rush, anch'egli al rientro da un infortunio. Come tutti i grandi, Lomu vive di ambizioni: «Ho assaporato il sapore della Coppa del Mondo giocando la finale nel 1995 e la semifinale nel 1999. C'è qualcosa che manca nella mia vita, vincere la Coppa del Mondo». L'obiettivo dichiarato, dunque, è la convocazione ai prossimi mondiali che si terranno in Francia nel 2007. Due anni per convincere il mondo e se stesso che la malattia è sconfitta, che il guerriero delle isole è tornato. Due anni per dimostrare che di quelle imprese Lomu può ancora essere il protagonista, per capire che non è ancora il momento di arrendersi, c'è un'altra battaglia da combattere.