Real su Cassano
Che la Roma, avuta finalmente la sentenza del Tas che «scopre» le carte, voglia monetizzare è altrettanto noto. Già nelle settimane scorse il club spagnolo aveva provato a sentire cosa la Roma voleva fare con il talento barese. Lo aveva fatto nonostante il responsabile dell'area tecnica, Arrigo Sacchi, non fosse esattamente d'accordo. Ora che Sacchi ha detto definitivamente addio al club madridista (sul quale riappare l'ombra lunga di Capello), anche le ultime reticenze sono svanite. Così, s'infittiscono le telefonate, i colloqui da una parte e dall'altra, nonostante la società giallorossa stia ancora organizzando il tanto atteso programma che dovrà svelare le mosse future. Il Real sta ala finestra e aspetta un segnale dalla Roma. la sintesi è: se vendete Cassano, noi siamo qui... e resta questa, al momento, l'unica offerta (anche se di offerta vera e propria non si può parlare) per il talento barese. Proprio sulla possibilità di vendere, è ornato ieri anche Spalletti a margine della presentazione delle nuove divise (Bucalo). «Offerte di vendita a gennaio? Prenderemo in considerazione tutto quello che arriverà — attacca il tecnico giallorosso — è chiaro che per dare un giocatore ce lo dovrebbero pagare e a noi dovrebbe andar bene la cifra. Si tratterebbe di soldi in entrata». Come dire, se pagano bene se ne può discutere. Anche Spalletti è soddisfatto delle sentenza del Tas che sblocca la Roma. «Siamo felici, perché tutto sommato mi sembra una soluzione che ci può stare. Sapevamo che a gennaio saremmo dovuti rimaner fermi, ma questo ci permette di poter operare a giugno e di iniziare a programmare». Inutile provare a stuzzicarlo con nomi, Spalletti ha una concezione del «futuro» più ampia, che evidentemente non si limita alla rosa dei giocatori. «Parliamo di programmazione, di crescita, di tutto, ma non di nomi. Quelli, se ne avrò la possibilità, li farò: ma a giugno». Ma Spalletti torna immediatamente con i piedi per terra e alla «sua» Roma: quella attuale. «Ora sono contento di questi ragazzi che alleno, dobbiamo solo trovare il modo di migliorare, perché abbiamo mostrato di averne le possibilità. Questo è quello che voglio dai miei da qui alla fine del campionato». E domani la Roma va a Napoli per una partita tutt'altro che facile. Anche qui il tecnico non sembra particolarmente preoccupato nonostante le assenze tra i titolari. «Saremo a posto, anche numericamente, ci sarà qualche giovane sul quale poniamo molta fiducia». Ieri a spronare la squadra c'era il presidente Sensi, che nei momenti difficili è sempre rimasto vicino al gruppo giallorosso. «Come sempre — spiega Spalletti — il presidente ci è stato vicino. Lui ci sprona ad andare avanti. È stato un vincente e vorrebbe trasmetterci la sua mentalità, il suo atteggiamento professionale. Ci ha detto di continuare così, perché le cose cambieranno, perché non è giusto che in novanta minuti si conceda un quarto d'ora agli avversari e si perdano poi dei punti... e non si riferiva agli arbitri». Chiusura su capitan Totti sul quale il tecnico svela un retroscena. «Quando sono arrivato a Roma la sua presenza un po' mi imbarazzava. Ora che lo conosco è un'altra cosa, mi sta aiutando molto». Ieri intanto nuovo round in Tribunale per il caso-Siviglia: il difensore reclama 512 mila euro, indicati da una carta privata riconosciuta dal club, che contesta però la violazione della clausola compromissoria. Il 16 marzo nuova udienza alla presenza del giocatore e Rosella Sensi