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È come se il calcio avesse qualcosa da farsi perdonare

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Con motivazioni diverse: i pasticci combinati nelle coppe europee con la monetina a Frisk, ma anche l'ingombrante presenza, a fianco di Mexes, di quell'avvocato Dupont che aveva fatto segnare una svolta epocale nella gestione dei rapporti tra società e giocatori, con la sentenza Bosman vista dalla Fifa come un oltraggio. La Roma potrà cominciare a muovere qualche timido passo verso la prima campagna lecita, quella estiva, una volta accettato che a fine anno non si potranno verificare movimenti di mercato: se non in uscita, però di fronte a moneta sonante, senza possibilità di scambi e soprattutto di nuovi arrivi. Certo, si sarebbe potuto far cassa con qualche giocatore di primo piano, ma in questo momento la partenza di Antonio Cassano, che i più superficiali vorrebbero incoraggiare, si trasformerebbe in un'operazione di perdita. Perché sarebbe difficile trattare con club di alto livello che lo stesso risultato potrebbero conseguire, sei mesi più tardi, senza sborsare un euro. A meno che non si trovi una sorta di accordo con il giocatore e il suo procuratore: per altro non so quanto disposti, in questo momento, a venire incontro alle esigenze di una società che troppo a lungo ha dilazionato la possibile soluzione di una situazione intricata. La Roma dovrà dunque affrontare le rimanenti ventiquattro giornate di campionato che l'organico attuale, impresa non facile se non si risolveranno al più presto le tante emergenze che rendono complesso, domenica dopo domenica, il compito di Luciano Spalletti. E il momento è particolarmente delicato, anche per un calendario che impone impegni infrasettimanali di spessore non trascurabile: prima la trasferta di Napoli in un San Paolo stracolmo di folla, poi il match di Coppa Uefa con il Basilea. Con la prospettiva di un ritorno all'Olimpico tutt'altro che promettente, contro il Palermo di Gigi Del Neri, troppo distratto di recente per non imporsi una virata decisa, rappresentando dunque un ostacolo pericoloso. Se in settimana venissero risolti i più pesanti problemi di disponibilità, e il discorso riguarda soprattutto Francesco Totti, ci sarebbe il modo di concedersi anche qualche riflessione sui ricorrenti cali di concentrazione che negano finora alla Roma un'affidabile continuità. Resta in piedi il grosso interrogativo relativo al ruolo più delicato, quello del portiere. Tra i due disponibili, a mio avviso sarebbe stato necessario delineare subito una gerarchia precisa, senza togliere serenità a quel Curci che rappresenta il futuro, trasferendo nello stesso tempo una pesante responsabilità sulle spalle di un portiere brasiliano a costo sottozero e senza un retroterra agonistico particolarmente soggettivo. Qualche pedaggio, in materia, la Roma l'ha già pagato: e non è un pedaggio leggero.

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