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SPECIALISTI/1 «Una manica di specialisti» (il Real Madrid secondo Sacchi).

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Io preferisco gli specialisti. Quelli che fanno una cosa e la fanno bene. Ne voglio undici» (Capello). CATTIVERIE «Non accetto che mi facciano passare per "bollito". Non confondo i nomi dei giocatori, non chiamo Klinsmann uno dei miei centrocampisti, non annuncio formazioni con dodici titolari. Accetto le critiche. Non le cattiverie» (Trapattoni). IGNORANTI «A volte giochiamo certe partite come se andassimo alla guerra. O usiamo toni troppo accesi quando perdiamo. Poi, agli ignoranti, sale l'adrenalina. Lo so, lo so: il primo che deve cambiare sono io» (Gattuso). FARAONI Uno dei figli di Thuram si chiama Chefren: «Gli ho dato il nome di un faraone perché voglio che la gente sappia che anche l'Africa ha una storia, una cultura, un passato, mentre per molti l'Africa è cominciata soltanto quando gli schiavi sono stati caricati sulle navi. Là è nato il genere umano, ma non voglio andare così lontano. Vorrei solo che ci si ricordasse che l'antico Egitto è sempre stato in Africa e che il popolo che creò quella straordinaria civiltà ha la pelle scura. Chissà quanti lo sanno». STIPENDI «Non immaginate quanto bene abbia fatto al Milan il fatto che Van Basten sia stato regolarmente pagato malgrado non potesse più giocare» (Rummenigge). ANTIDOPING Giorgio Rocca condivide l'idea di Bode Miller che l'antidoping dello sci abbia un carattere persecutorio: «Devo comunicare giorno per giorno i miei spostamenti. Se perdo la coincidenza di un volo, e capita spesso d'inverno, rischio di non trovarmi in una località come previsto. E se è in programma un test proprio quel giorno, divento subito uno che ha cercato di evitarlo. Così sono costretto a inviare un fax alla Federazione internazionale in cui devo spiegare per filo e per segno il cambiamento della scaletta di viaggio. Se per tre volte dimentico di avvisare la Fis, e può capitare perché viaggiamo in condizioni non facili, vengo squalificato per due anni».

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