Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Pessima la direzione dello svedese Hansson che nega un penalty ad Alvarez sul 2-1Male Curci

default_image

  • a
  • a
  • a

Serve altro? No, basta e avanza alla Roma che esce sconfitta dal gelo del Maracanà infuocato dal calore di quarantacinquemila serbi inferociti. Stadio blindato come se il conflitto dei Balcani non fosse finito da oltre un lustro, per quello che da queste parti non è un gioco: il calcio. Inizia bene, ma finisce male per la Roma sconfitta 3-1, incapace di chiudere una partita quando ne ha avuto l'occasione, penalizzata da un arbitraggio scadente che le nega un rigore nel momento chiave della gara. Ora per continuare il cammino in Europa, grazie al successo del Basilea con il Tromsoe, la Roma è costretta a vincere contro gli svizzeri nell'ultima decisiva partita il 15 dicembre all'Olimpico. Un pareggio potrebbe non bastare. Spalletti cambia ancora. Non c'è Taddei: al brasiliano non ancora al cento per cento della condizione, il tecnico preferisce Kharja che va a fare l'esterno a sinistra lasciando il lato destro del campo ad Alvarez. Per il resto è la Roma annunciata alla vigilia con Cassano a fare il Totti e Nonda unica punta. In porta si rivede Curci. Anche Zenga gioca di sorpresa, abbandona il 4-4-2, leva Purovic e lascia Zigic unico terminale offensivo. È una partita che le due squadre non vogliono perdere e non è un caso se il primo tiro in porta arriva dopo 23 minuti di gioco e coincide con il vantaggio giallorosso. Cassano, tra i migliori in campo della Roma per buona parte della gara, ruba un pallone a Bisevic davanti alla difesa. Altrettanto bello il pallonetto del barese a scavalcare lo stesso difensore serbo, aiutato in copertura dal collega Dudic, che mette Nonda da solo davanti al portiere. Il ghanese cambia piede e di destro ammutolisce il Maracanà (23'): cantano in cento, sono gli irriducibili ultrà romanisti arrivati fin quassù. Per l'attaccante, a secco dal 21 settembre scorso, è il primo gol in Coppa Uefa, quarto stagionale. Due minuti e la Roma potrebbe chiudere il discorso. La Stella Rossa ha accusato il colpo e all'ennesimo svarione difensivo parte la seconda occasione della partita. Stavolta però Kharja apre troppo lateralmente per Cassano e finisce con un nulla di fatto. La squadra di Zenga si riorganizza, inizia a crederci e dopo tre minuti arriva il primo tiro in porta dei padroni di casa. La Roma sente il fiato sul collo, si distrae. Prima Mexes rischia il più clamoroso degli autogol, Poi, puntuale, arriva il pareggio. Gran palla nel mezzo di Jankovic, Zigic è lasciato libero di saltare da solo in piena area tra Kuffour e Mexes, sfrutta i suoi due metri abbondanti (2.02) e inchioda il povero Curci. Fa 1-1 e Maracanà che esplode letteralmente. I quarantacinquemila di Belgrado si fanno sentire, la Stella Rossa sale e adesso è la Roma a stringere i denti. Ripresa col coltello tra i denti, con la Roma vicina alla svolta. Stojkovic salva su Cassano (11') ben servito da Aquilani e dopo tre minuti ci pensa l'arbitro Hansson a dire alla Roma. Netto il fallo (14') in area di Kovacevic che sdraia Alvarez. Per lo svedese è punizione dal limite, inutili le proteste dei giallorossi che si sbracciano alla volta dell'assisistente Nilsson che dice con la testa. Errore clamoroso. La Roma sembra giocar meglio, ma la Stella Rossa cresce e mette gli uomini di Spalletti alle corde. Al 32' la svolta proprio dall'uomo che Zenga ha appena messo dentro: Purovic. Botta secca dalla sinistra, Cufrè si fa un sonno e Curci è impalato per la seconda volta. Poi al 41' la perla di Zigic che fissa sul 3-1 il risultato finale. Il Maracanà decolla come le certezze della Roma che ora per restare in Europa non può più sbagliare. La parola fine a una serata surreale la mette Cassano calciando a cucchiaio un rigore che stavolta il mediocre Hansson non può non fischiare a tempo praticamente scaduto. Per i serbi è la ciliegina sulla torta.

Dai blog