Caso-Zoro, la Digos visiona i filmati per individuare i responsabili
Una informativa della polizia giudiziaria è stata consegnata al procuratore della Repubblica Luigi Croce che adesso dovrà delegare nuovi accertamenti. Intanto gli investigatori stanno esaminando i filmati che le telecamere hanno registrato sugli spalti dello stadio, in particolare nella zona in cui si trovavano gli interisti. A causa delle «pessime» condizioni delle apparecchiature tecniche del San Filippo, che non sarebbero state adeguate in base al decreto Pisanu, è difficile individuare i tifosi che hanno partecipato ai cori contro Zoro. I fotogrammi sono stati comunque estrapolati dai filmati nel momento in cui scatta il 70' minuto di gioco, la frazione in cui il giocatore del Messina ha raccolto la palla sotto la curva degli ospiti ricevendo insulti razzisti. Su questo prime time delle immagini registrate i poliziotti della Digos stanno lavorando in collaborazione con i colleghi di Milano per identificare le persone che hanno urlato. A causa del fatto che le apparecchiature di video-controllo dello stadio messinese non sono dotate di audio, gli agenti stanno anche ricostruendo le fasi che si sono verificate a venti minuti dal fischio finale, attraverso il movimento delle labbra dei sostenitori nerazzurri inquadrati dalle telecamere. Per non aver adeguato le apparecchiature video secondo quanto previsto dalle leggi, il questore di Messina Santi Giuffrè, ha multato nei mesi scorsi la società giallorossa. Intanto nessuna decisione è stata adottata da parte del giudice sportivo nei confronti dell'Inter per gli insulti. Il giudice ha infatti inviato il caso all'Ufficio Indagini della Figc. Marc Zoro ha ripreso nel pomeriggio di ieri gli allenamenti. Allo stadio Celeste è stato accolto con tante pacche sulle spalle dai compagni. «Non posso non apprezzare tutte le manifestazioni di affetto nei miei confronti - ha detto Zoro - che si sono registrate in questi giorni, ma ribadisco: il problema non è mio. Il calcio è un fenomeno di pace e unione. Spero che il mio gesto, dettato dall'istinto, abbia fatto capire alle gente che non si va allo stadio per insultare». I siciliani in queste ore si stanno stringendo attorno a Zoro in segno di solidarietà. Uno striscione bianco, lungo quattro metri, con la scritta di colore blu «no al razzismo. Solidarietà a Zoro», sventola da ieri mattina sul portone di ingresso del comune di Gela. L'iniziativa è del sindaco Rosario Crocetta. Intanto Delio Rossi commenta così: «Il razzismo? Per dare un bel colpo alla violenza negli stadi - ha affermato l'allenatore - basterebbe non farci entrare quei 400 imbecilli, tanto sappiamo tutti chi sono, basterebbe denunciarli. In Inghilterra, ad esempio, li hanno messi in carcere, quello è il modo di fare».