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Da questo pareggio bisogna trarre solo insegnamenti positivi

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Ritrovare, insomma, quella serenità e soprattutto quella unità di intenti che sembravano avere segnato l'avvio della nuova stagione, chiamata a riscattare la più amara parentesi degli ultimi venticinque anni, chiusa da una sofferta salvezza. personalmente, ritengo emblematica la svolta, che l'emergenza ha dettato, della tormentata vicenda relativa al futuro di Antonio Cassano. Non al massimo della condizione, certamente, dopo due mesi di allontanamento dalla sfera agonistica, però in grado di offrire disponibilità a giocate di lusso in una serata per lui non facile, di fronte a un atteggiamento ostile precostituito: come se tutte le colpe fossero state già assegnate e tutte le assoluzioni generosamente elargite. Senza chiedersi, probabilmente, chi fosse realmente responsabile di avere portato agli estremi una normale conflittualità di ordine economico, senza considerare con quanto ritardo fosse stata affrontata una questione molto delicata, fino a far male al giocatore ma anche alla società, che arriverebbe al suo ennesimo distacco forzato senza un minimo di utile in cassa. Per tornare agli aspetti più incoraggianti, è giusto e doveroso sottolineare ancora una volta la grande professionalità, ma soprattutto la straordinaria dimensione umana di Damiano Tommasi. Non per il gol, che pure ha offerto alla Roma la possibilità di giocare senza il consueto assillo della paura, ma perché Tommasi proprio alla società ha dato una lezione importante, proponendosi al minimo sindacale che a Trigoria era stato considerato, dopo l'infortunio, alla stregua di un rottame non riciclabile. Bravo Spalletti nell'accoglierlo, nel recuperarlo, di concedergli quella fiducia che il giocatore, e l'uomo, meritavano. Il pari gratifica in misura non rilevante la classifica, però quello spavaldo finale di tempo in inferiorità numerica può almeno avere suggerito che la Roma, quando crede nei propri mezzi e li onora con impegno convinto, può ancora tentare un inserimento nella parte più nobile della graduatoria e togliersi occasionalmente soddisfazioni importanti. Giovedì un primo test per questa continuità, inseguita ma ancora da venire, anche se gli impegni Uefa, come insegna la Sampdoria, fanno danni più che regalare sorrisi. La Stella Rossa di Zenga, ultima a quota zero, può avere un'impennata di orgoglio. La Roma risparmierà le risorse migliori per una trasferta durissima come quella di Lecce, ancora in notturna, di fronte a una formazione che ha sfiorato l'impresa a San Siro. Sarà un ben più attendibile collaudo delle ritrovate ambizioni, in attesa di risolvere un'altra grana mica male, quella del portiere. Francamente, non capisco come si sia scelto di appannare il futuro di Curci senza disporre realmente di un'alternativa in grado di offrire sicure garanzie. Ma, abituata con gli arrivi di Nonda, Kuffour e Taddei, alla slitta di Babbo Natale, i doni la Roma non è capace ne di respingerli, ne di valutarli con attenzione.

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