Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Verdetto non unanime ma il detentore del titoloè stato superiore

default_image

  • a
  • a
  • a

La verità è che non si può vincere un incontro senza praticamente tirare un solo colpo significativo per sette riprese e su quel vantaggio Nelson ha potuto contenere le ultime disperate sfuriate del nostro pugile. A Cantatore l'arbitro ha praticamente regalato un knock down alla nona ripresa per una scivolata di Nelson e questo può avere influito sui cartellini, ma non può aver stravolto la verità. Alla fine Nelson ha avuto cinque punti di vantaggio (116-111) dal giudice americano Latham e tre (115-112) da un altro americano, Hazard mentre Cantatore ha avuto un incredibile margine di tre punti (115-112) dal danese Jacobsen. Sbirciando sui fogli del direttore di riunione avevo saputo che dopo l'ottava ripresa un giudice (probabilmente Jacobsen) aveva un assurdo verdetto di parità: quindi alla fine la lettura dei cartellini non mi ha nemmeno sorpreso. La verità è che Cantatore non è un picchiatore, soprattutto non è capace di risolvere un incontro con un colpo solo, qualità importante in un peso massimo. E ieri sera solo un k.o. avrebbe potuto legittimare la vittoria del nostro pugile: invece Cantatore quel colpo decisivo non è riuscito a metterlo a segno, anzi, dopo essersi probabilmente aggiudicato la decima e l'undicesima ripresa ha certamente perduto l'ultima. Nelson ha sfruttato il suo maggiore allungo, ha usato con intelligenza e con tempismo il jab sinistro ma ha anche messo a segno qualche largo gancio destro. Il pubblico non ha perdonato a Nelson certi atteggiamenti provocatori, ma se guardiamo alla sostanza dell'incontro non ci possono essere dubbi sulla correttezza del verdetto e sulla superiorità complessiva del pugile inglese che, a dispetto dei suoi 38 anni, ha dimostrato notevoli doti di agilità e di velocità. Cantatore invece è stato troppo statico e attendista. Io credo alla buona fede di Vincenzo che ha preso il microfono per gridare la sua rabbia e la sua delusione. Cantatore ha detto che lui e il pubblico sapevano chi era stato il vero vincitore dell'incontro, ma io gli posso assicurare che la maggioranza degli spettatori, all'uscita dal Palazzetto ritenevano giusto il verdetto e rimproveravano al pugile romano una tattica troppo rinunciataria. Indipendentemente dall'esito dell'incontro principale, bisogna dare atto agli organizzatori di avere fatto un ottimo lavoro e di avere creato un'attenzione che il pugilato, non solo a Roma ma in tutta Italia, aveva perduto: la passione per il pugilato c'è ancora ma negli anni si è perduta l'abitudine. Certo una vittoria di Cantatore avrebbe consentito di continuare su questa strada perché purtroppo il panorama della nostra boxe è troppo misero per poter dare continuità ad eventi di un certo livello. È possibile che ora si parli di rivincita e tutto sommato Nelson potrebbe accettare di tornare a Roma dal momento che anche in Inghilterra non gode di straordinari appoggi organizzativi. È andata male, ma non sarebbe stato bello e utile per il pugilato ottenere un verdetto e un titolo senza averli meritati. A Cantatore ed ai suoi amici queste parole non piaceranno ma io credo che, tre o cinque punti non fa differenza, Nelson abbia meritato la vittoria.

Dai blog