Dimenticare la Juventus contro l'ex di turno

Ne hanno, Roma e la Roma, di cose da relegare non tanto in soffitta, quanto nel cestino della carta straccia. Qui si vive di lampi illusori e di più prolungate docce gelide e il cielo stenta ad annunciare schiarite, non soltanto dal punto di vista meteorologico. All'Olimpico, per l'ennesima notturna giallorossa, arriva la squadra che in questo momento vanta una salute di ferro. L'ha portata al secondo posto, e a soli cinque punti dalla vetta che la Juve saldamente presidia, quel Cesare Prandelli che a Trigoria a prodotto appena una fuggevole apparizione e pure ha lasciato dietro di se tanta nostalgia e tanti rimpianti. Un Prandelli che ha compiuto una scelta molto apprezzabile dal punto di vista umano: scelta alla quale, per altro, non sono risultati estranei certi atteggiamenti di una parte dello spogliatoio, che hanno orientato una decisione sofferta ma comprensibile. Luciano Spalletti sembrava avesse in qualche modo ricompattato il gruppo, nonostante i malumori dettati da qualche difficile rapporto della società con giocatori rappresentativi. Di recente, però, anche questa invocata unità di intenti ha mostrato qualche crepa: interviste meno banali del solito e forse per questo poco gradite, ingigantimento di esternazioni fondamentalmente innocenti, come la dichiarata stima di Chivu nei confronti del suo vecchio allenatore. A questa atmosfera non precisamente da idillio corrisponde un presente tecnico poco confortante, il solo elemento positivo avendolo offerto quel buon primo tempo contro la Juve. Senza per altro dimenticare che la la copolista ha il vizietto di studiare a lungo gli approcci prima di scatenarsi nella seconda parte di gara: la stessa che ha incenerito la Roma, come era accaduto al Parma e come sarebbe accaduto al Bruges. Dunque premesse non incoraggianti, anche per le emergenze che propongono a Spalletti non indifferenti problemi di organico, vista la forzata rinuncia non soltanto a Montella e Chivu, ma anche a quel Perrotta che a lungo aveva tenuto a galla la barca. Per non parlare delle non perfette condizioni di Totti, l'uomo che può fare la differenza che non sempre può risolvere da solo le situazioni più critiche. Panucci, vecchio e saggio, ha ammesso che in questo momento il pallone scotta sui piedi dei giallorossi, fin troppo ovvio l'invito a ritrovare la serenità indispensabile per non rendere impari un confronto che non può avere l'etichetta dell'equilibrio. Ci sarà da fare i conti con Toni, baciato dalla grazia, ma anche con una squadra compatta e ben messa, folto centrocampo con un felice mix di fatica e di talento, Brocchi e Donadei, ma anche Montolivo, Jorgensen e More. L'umiltà smarrita, la Roma deve imporsi di ritrovarla, per sovvertire un pronostico che la classifica indica a senso unico.