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Peruzzi: falsa la storia del Lipopill

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«Viola si fidò della federazione ma non aspettavano altro per massacrarlo»

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..».A ben quindici anni di distanza l'attuale portiere della Lazio Angelo Peruzzi, che nel 1990, all'epoca dello scandalo doping, giocava nella Roma, in una intervista rilasciata all'emittente «Roma Uno», decide di dire la sua verità. I due giocatori vennero trovati positivi alla fenternina dopo un controllo antidoping e vennero squalificati per un anno. Ora Peruzzi dice che la pasticca gli venne data da un compagno (e non su suggerimento della madre dopo un'abbondante cena) e tutta la vicenda andò a finire così perchè si voleva colpire il presidente Viola. «È stato un momento brutto — ha detto Peruzzi a Roma Uno — fui squalificato per un anno e, per di più, fui etichettato come un drogato». «Poi — ha spiegato — ci furono un'inchiesta e un processo penale nei quali io e Carnevale fummo assolti. Però, la storia è completamente diversa, tanto ormai è andato tutto in prescrizione...». Peruzzi e Carnevale furono trovati positivi alla Fentermina dopo Roma-Bari 1-0 (gol dello stesso attaccante) del 23 settembre 1990. Fu il primo clamoroso caso di doping nel calcio italiano. «Non c'era stata nessuna cena. La pasticca - ha raccontato il portiere della Lazio, che dopo aquella vicenda venne ceduto dalla Roma alla Juventus - me l'aveva data un giocatore. Io venivo da un infortunio e mi venne detto che, prendendola, non avrei parato di più, ma non mi sarei rifatto male. Fui ingenuo e stupido a crederlo e per questo meritai la squalifica. È giusto che chi sbaglia paghi, ma non era come si è detto, stata una cena e poi mia madre mi aveva dato la pasticca». Quello di Peruzzi è un vero e proprio monologo: «Mi dissero di dire così, anche se io non volevo che fosse tirata in ballo la mia famiglia. Io accettai perchè non contavo niente. All'epoca non ero nessuno, non ero famoso come altri giocatori che erano stati pagati tantissimo. Meglio bruciare un ragazzino piuttosto che un giocatore affermato fu questa la teoria di altre persone che scelsero questa versione. Le alte sfere della Federazione consigliarono questa versione al presidente Viola, sostenendo che così avrei avuto soltanto tre mesi di qualifica, ma andò diversamente. Aspettavano questo momento per massacrare Viola che per me è stato un grandissimo presidente, e lui si è fidato. Questa, almeno è la mia versione». «Le parole di Peruzzi non mi interessano». Antonio Matarrese, presidente della Figc all'epoca della squalifica per doping di Andrea Carnevale e Angelo Peruzzi, preferisce non commentare le dichiarazioni rilasciate dall'attuale portiere della Lazio. Il caso è andato in prescrizione, ma le dichiarazioni dell'ex romanista fanno rivedere il fatto sotto un'altra luce e gettano nuove ombre sull'operato dei massimi organismi del palazzo del calcio... di allora.

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