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Risultati scadenti, giocatori fuori condizione: la squadra non si ritrova più

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I problemi sono venuti fuori nell'ultimo mese nel quale sono arrivati tre punti in cinque partite senza l'ombra di una vittoria. Certo, di fronte c'erano avversari insidiosi come Roma, Inter, Sampdoria e Chievo oltre alla trasferta di Reggio Calabria, però era lecito attendersi qualcosa di più dal punto di vista del gioco. La campagna di rafforzamento portata avanti con troppa improvvisazione e poca logica tanto che ci sono ben cinque attaccanti in organico (e sarebbero stati sei se il Torino non avesse goduto di un supplemento di tempo per comprare Muzzi) non ha portato grandi benefici. Altri ruoli sono coperti solo numericamente perché ci sono giocatori che sono in organico ma sono stati da tempo bocciati da Rossi (Keller e Giallombardo su tutti). Senza dimenticare Baronio, Cesar e Inzaghi che non riescono a dare quell'apporto di cui la squadra avrebbe bisogno per tornare a muovere la classifica. La società ha avuto difficoltà a gestire il mercato anche per colpa di alcuni elementi con ingaggi troppo alti, retaggio delle passate stagioni, ma ora è lecito attendersi qualche rinforzo eccellente nella finestra di gennaio. Torniamo ai numeri che cominciano a preoccupare. Da 270 minuti non si segna e quando si ferma Rocchi l'intero reparto va in crisi. Inutile snocciolare le cifre sul rendimento in trasferta finora imbarazzante. Non si tira in porta, non si fa gol, non si riesce a pareggiare da Cagliari, la prima uscita fuori da Roma. Poi solo sconfitte, anche prevedibili per la forza degli avversari ma non comprensibili per il modo di arrendersi della squadra biancoceleste. Troppo arrendevole la banda di Rossi di fronte alle avversità che si sono presentate a Milano, Udine, Reggio e Genova. Inevitabile soffermarsi anche sul calo fisico nei secondi tempi che è diventata una pericolosa consuetudine. È successo col Chievo, la conferma c'è stata contro Reggina e Inter e anche con la Samp la ripresa è stata fatale per il risultato finale. La Lazio ha gli stessi punti della passata stagione quando la sgangherata formazione di Caso non aveva convinto nessuno. In questa stagione, per fortuna, dietro sono andati piano e ora Di Canio e compagni hanno nove punti di vantaggio sulla zona calda mentre nel 2004-2005 erano soltanto quattro da Parma e Bologna fermi a quota dodici. Perlomeno il tecnico stavolta ha in mano lo spogliatoio e il gruppo appare unito e pronto a tirarsi fuori dal periodo nero mentre lo scorso inverno si era dovuto ricorrere al cambio in panchina per riportare le cose a posto. L'avvio è stato fuorviante, ha fatto pensare che la Lazio potesse fare di più. Poi sono arrivati anche gli infortuni a rendere complicata la crescita della squadra. Soprattutto quelli di Liverani e Di Canio, i giocatori più rappresentativi, hanno condizionato il rendimento negativo di queste ultime settimane. Da Empoli, però, entrambi torneranno e sarà proprio la trasferta in Toscana a chiarire se di vera crisi si tratta o solo di un naturale appannamento anche a causa dell'Intertoto che ha costretto la truppa di Rossi a partire in anticipo rispetto agli altri club. Intanto giovedì pomeriggio ci sarà un importante test a Guidonia per l'inaugurazione del campo comunale. Servirà a verificare i progressi di Liverani e Di Canio: Rossi deve puntare su di loro per rilanciare la Lazio.

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